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giovedì 20 ottobre 2016

Lenticchie: perché mangiarle

Piccole, tonde e di sfumature che hanno il colore dell’autunno inoltrato: le lenticchie sono i semi di una pianta leguminosa che – come testimoniano numerosi reperti archeologici – venivano coltivate già anticamente in Asia, specialmente nella zona dell’odierna Siria. Grazie al loro elevato potere nutritivo, questi legumi venivano considerati in passato “la carne dei poveri”, in epoche in cui il consumo di carne era riservato agli strati più abbienti della popolazione. Varietà Esistono diverse varietà di lenticchie, tra le quali spesso risulta difficile orientarsi; vediamo insieme le più comuni e facili da cucinare. Lenticchie marroni Sono le lenticchie più comuni, note e utilizzate nella cucina italiana; rappresentano il simbolo delle festività natalizie anche se – per fortuna – da diverso tempo il loro consumo non è più confinato al periodo in prossimità del Natale. Si prestano ad essere servite da sole, magari in umido, ma anche per la preparazione di ottimi condimenti per la pasta e il riso. Lenticchie verdi di Altamura Originaria della Puglia, questa lenticchia si presenta di colore verde scuro e di grandi dimensioni (non a caso, è conosciuta anche come “lenticchia gigante”). Inizia la sua ascesa commerciale negli anni ’30 e, dopo un periodo di arresto negli anni ’70, oggi sta vivendo la sua rinascita. Lenticchie rosse Sono uno dei pochi legumi che non necessitano di ammollo prima di essere cucinati: questo perché in commercio sono reperibili per lo più nella versione decorticata, ovvero privata della buccia esterna, dura e coriacea, che aumenta i tempi di cottura negli altri legumi secchi. È  nota anche come “lenticchia egiziana”. LEGGI ANCHE: Lenticchie rosse, proprietà e come cucinarle Perché mangiarle 1- Sono ricche di ferro e di altri minerali: come tutti i legumi, le lenticchie sono ricche di minerali. In particolare, nonostante il loro contenuto di ferro sia inferiore a quello della carne, risulta comunque più facilmente assimilabile. Il ferro si divide in due forme: “eme”,  di facile assimilabilità, che costituisce però solo il 40% del ferro delle carni; ferro “non-eme”, più difficilmente assimilabile, che costituisce invece il 60% del ferro contenuto nelle carni e la quasi totalità del ferro contenuto nei vegetali. Per ovviare al problema della difficoltà di assorbimento di ferro dalle lenticchie (e dai vegetali in genere), è consigliabile associarne il consumo ad alimenti ricchi di vitamina C. (fonte: scienzavegetariana.it) 2- Sono facilmente digeribili ed estremamente energetiche: le lenticchie sono tra i legumi più facilmente digeribili in assoluto; in più, un piatto di lenticchie da 100 g apporta circa 290 kcal, con un apporto minimo di lipidi (circa 1 g). 3- Sono un’ottima fonte di proteine vegetali: per gli sportivi ma anche per chi segue un’alimentazione vegetariana o vegana, le lenticchie dovrebbero rappresentare il punto di riferimento per l’assunzione di proteine, di cui sono molto ricche; sono da preferire alla carne perché, a parità di contenuto proteico, contengono pochi grassi e zero colesterolo. 4- Proteggono dalle malattie cardiovascolari: grazie al loro elevato contenuto di antiossidanti, questi legumi sono un alleato del cuore e lo proteggono dalle malattie. In più, sono ricche di fibre solubili, che contribuiscono a tenere sotto controllo i livelli di colesterolo nel sangue. 5- Sono amiche dell’intestino: le lenticchie, come gli altri legumi, sono un alleato importante per liberarsi della stipisi. Il loro tegumento esterno, infatti, ha potenti proprietà lassative.
Vegolosi.it - Leggi su: http://www.vegolosi.it/?p=39616    http://www.vegolosi.it/come-cucinare-guide-pratiche/lenticchie-ricette-vegane-facili/

Mandorlata crema spalmabile, ricetta senza burro

La mandorlata crema spalmabile. Una crema piuttosto leggera e buonissima, ideale da spalmare ma anche per farcire torte e dolci in genere.

La ricetta della mia mandorlata crema spalmabile non contiene burro nè zucchero raffinato, preparata con ingredienti semplici, naturali e piuttosto salutari. Era proprio questa la mia idea di crema spalmabile alle mandorle. Qualcosa di piuttosto leggero, da mangiare magari a colazione, che desse l’energia giusta per affrontare la giornata ma che non fosse ad alto contenuto di grassi.
La sorpresa della mandorlata crema spalmabile senza burro è che oltre ad essere leggera è BU O NI SSI MA! Dolce ma non eccessivamente, dal sottile retrogusto caramellato grazie alla presenza dellozucchero di canna. Fluida, morbida, cremosa, già nello spalmarla si assiste ad una vera e propria seduta di “tatto-terapia”! E chiudendo gli occhi, ci si ritrova quasi in una delle stradine lastricate della mia amata Sicilia, dove aleggia per diversi mesi l’odore dei fichi d’india, dei mandorli in fiori, delle pastine di mandorle e della frutta di martorana appena sfornati…..
Poi, la preparazione della mandorlata crema spalmabile è piuttosto semplice e veloce. Affidatevi al vostro frullatore e via, pochi minuti e sarà pronta.

mandorlata, crema spalmabile alle mandorle

mandorlata crema spalmabile
Ingredienti:
  • 220 g di mandorle scusciate e spellate
  • 140 g di zucchero di canna
  • 150 ml di olio di semi di arachidi
  • 150 ml di acqua
  • 3 cucchiai di miele d’acacia
Mandorlata crema spalmabile, ricetta senza burro
Preparazione
Metti le mandorle dentro al frullatore e tritale finemente. Aggiungi poi poco alla volta e sempre frullando, facendo riposare per non bruciare il motore, lo zucchero poi l’olio a filo e l’acqua. Frulla per bene fino a quando non ci saranno più grumi e aggiungi infine il miele. La mandorlata è pronta. Per un versione più compatta (es. per usarla nei dolci) riduci lievemente la quantità di olio e di acqua in egual misura.

Ricetta Pasta di Curcuma: Antinfiammatorio Naturale

La pasta di curcuma è un preparato facilissimo da realizzare che possiamo usare in tanti modi diversi per assicurarci ogni giorno la giusta dose di questa spezia dalle mille virtù. Ormai sappiamo bene che la curcuma non è una semplice spezia che ci viene in aiuto per dare un sapore più particolare ai nostri piatti ma è anche un alimento che vanta delle proprietà terapeutiche riconosciute in tutto il mondo.
La curcuma infatti è uno degli antinfiammatori naturali più efficaci, utile anche per disintossicare il fegato e aumentare la produzione di bile, per migliorare le condizioni e l’aspetto della pelle e per combattere i dolori muscolari. Ma non è tutto. Grazie alla curcumina, il principio attivo che conferisce alla spezia il caratteristico colore giallo, si possono alleviare le infiammazioni e i conseguenti dolori articolari causati dall’artrite e dall’artrosi.
In tutti questi casi possiamo far ricorso alla pasta di curcuma, una preparazione che andrebbe consumata ogni giorno anche da chi non soffre di particolari patologie ma vuole semplicemente fare il pieno di antiossidanti, rinforzare il sistema immunitario e prevenire una serie di disturbi importanti. Questo preparato è eccellente anche per chi soffre di problemi digestivi, dolori mestruali e colesterolo alto. Vediamo dunque la ricetta della pasta di curcuma e come usarla quotidianamente!

Ricetta della Pasta di Curcuma: Potente Antinfiammatorio

pasta-di-curcuma-ricetta
Grazie alla pasta di curcuma possiamo avere sempre a portata di mano un vero e proprio elisir di salute. Questa pasta infatti, una volta messa in frigorifero, si conserva per 10-15 giorni e, come vedremo in questo articolo, può essere usata in tantissime preparazioni. Ricordiamo che il particolare colore giallo intenso della curcuma tende a macchiare ogni superficie con cui viene a contatto. Ecco perché si potrebbe usare un pentolino ed un cucchiaio di legno dedicato solo a questa preparazione e fare attenzione a maneggiare la polvere di curcuma per non macchiarsi le mani. Ad ogni modo il colore va via dopo una serie di lavaggi, quindi niente paura…e mettiamoci ai fornelli!
Ingredienti per 1 vasetto di pasta di curcuma
150 gr di curcuma in polvere
300 ml di acqua
1 cucchiaino da te di pepe nero macinato
3 cucchiai di olio di cocco
Preparazione della pasta di curcuma
Per fare la pasta di curcuma in casa useremo la curcuma in polvere che andrà unita al pepe nero, un ingrediente fondamentale per favorire l’assorbimento della curcumina. A questi ingredienti aggiungeremo dell’olio di cocco e della semplice acqua.
Per prima cosa mettiamo un pentolino sul fuoco a fiamma bassa. Aggiungiamo la curcuma in polvere e gradualmente anche l’acqua. Cominciamo a girare usando una spatola, una forchetta o un mestolo di legno. Un consiglio è quello di non versare subito tutta l’acqua ma di dosarla un po’ alla volta in modo da poterci regolare sulla consistenza. Dopo qualche minuto l’acqua con la curcuma comincerà a bollire, continuiamo a girare e schiacciamo i grumi che si formeranno. Per una ricetta della pasta di curcumaperfetta, dovremo ottenere una crema liscia e abbastanza densa.
A questo punto aggiungiamo l’olio di cocco e il pepe. Teniamo sempre la fiamma a fuoco bassissimo e mescoliamo il tutto fino a quando la pasta alla curcuma non diventa densa e spumosa. Spegniamo la fiamma e trasferiamo il composto in un vasetto. Adesso che la nostra pasta di curcuma e pronta vediamo qualche idea per usarla in modo da beneficiare di tutte le sue fantastiche proprietà!

Come Usare la Pasta di Curcuma fatta in Casa

La pasta di curcuma viene usata in tutto il mondo per preparare il golden milk, una bevanda antinfiammatoria che rappresenta un vero e proprio segreto di lunga vita. Conosciuto anche come “latte d’oro”, il golden milk è molto usato nella medicina ayurvedica per i suoi effetti benefici sull’organismo. Per prepararlo è sufficiente aggiungere un cucchiaino di pasta di curcuma al latte (anche vegetale), metterlo sul fuoco e riscaldarlo.
Naturalmente possiamo aggiungerla anche a tutti i tipi di latte vegetale, magari fatto in casa, come il latte di quinoa, di nocciole e di canapa in modo da assumere delle bevande proteiche e disintossicanti allo stesso tempo.
Possiamo però usare la pasta di curcuma anche in altri tipi di bevande come tè, frullati e succhi. Anche in questo caso ne bastano 1-2 cucchiaini (che è anche la dose giornaliera) per arricchirli con sostanze antinfiammatorie e disintossicanti. Un cucchiaino di pasta di curcuma è perfetto anche nello yogurt, nelle zuppe, nei sughi o nelle salse che prepariamo in casa.
Se ci piace particolarmente il sapore della curcuma, nulla ci vieta di mangiare la pasta direttamente con il cucchiaino!

Pasta di Curcuma: Idee per Conservarla o Congelarla

Moltiplicando le dosi della ricetta possiamo ottenere un’abbondante quantità di pasta di curcuma in modo da conservarne una parte in frigo, pronta per l’uso, e congelare l’altra metà. Un modo comodo e pratico per congelare la pasta di curcuma è quella di distribuirla nelle formine di silicone che usiamo per il ghiaccio. In questo modo avremo dei cubetti di curcuma sempre a portata di mano! Uno al giorno ci assicurerà la giusta dose di curcuma.
Un’idea originale è anche quella di realizzare delle piccole pillole di curcuma. La ricetta della pasta di curcuma è sempre la stessa, una volta pronta mettiamola in un sacchetto per alimenti e tagliamo un angolino per creare una sac a poche casalinga. Prendiamo una piccola teglia e rivestiamola con la carta da forno. Con la sacca formiamo delle piccole palline di curcuma da adagiare direttamente nella teglia.
Mettiamo il tutto in congelatore per circa 3 ore in modo che le pillole di curcuma si solidifichino. Una volta congelate stacchiamole una ad una e mettiamole in un vasetto. Teniamolo in congelatore e usiamo le pillole ogni volta che ne abbiamo bisogno. Anche in questo caso possiamo mangiarle direttamente o aggiungerle ai nostri piatti e bevande preferite. Ne bastano 2-3 al giorno.

Pasta di Curcuma: Conclusioni

Come abbiamo visto in questa ricetta, la pasta di curcuma è un espediente davvero comodo ed efficace per assumere ogni giorno la giusta dose di curcuma. Un cucchiaino al giorno di questa pasta è sufficiente per assicurarsi tutti i benefici di questa fantastica spezia. Ricordiamo che la dose giornaliera di curcuma raccomandata va dai 3 ai 4 gr al giorno se non si hanno particolari patologie. In caso contrario, cioè quando si presentano determinati sintomi, è bene parlare prima con il proprio medico curante in quanto anche la curcuma, come altre erbe o spezie, presenta dellecontroindicazioni importanti.
Infine vi lasciamo un’altra sfiziosa ricetta con la curcuma per beneficiare delle sue proprietà in modo goloso ed originale: le caramelle alla curcuma! Dolci, semplici da realizzare e davvero salutari, lecaramelle alla curcuma ci aiutano anche nei periodi invernali quando abbiamo bisogno di alzare le difese immunitarie ma anche per alleviare i sintomi dell’influenza come mal di gola e tosse, soprattutto se aggiungiamo un po’ di miele e limone.

10 dolci vegani

http://www.vegolosi.it/come-cucinare-guide-pratiche/dolci-vegan-facilissimi-10-ricette-per-voi/

domenica 8 maggio 2016

Le uova di galline libere sono più nutrienti

Le galline che razzolano liberamente producono uova più sane

A parte il fatto che vivere la propria esistenza chiusi in una gabbia dove non ci si può neanche muovere non è proprio quello che una gallina forse desiderava di più. In molti allevamenti purtroppo però è la norma. In più, le uova prodotte da queste galline sarebbero meno nutrienti di quelle sfornate da galline libere di razzolare: ecco quanto emerge da un nuovo studio pubblicato sulla rivista scientifica "PhysOrg.com".

Lo studio è stato compiuto dai ricercatori dell'Università Statale della Pennsylvania (Usa) dipartimento Penn State's College of Agricultural Sciences che hanno confrontato le uova prodotte da galline libere e quelle di galline alimentate a "pastoni" di produzione industriale.
Le analisi hanno permesso di stabilire che le uova delle galline libere di razzolare e nutrirsi di erbe, legumi e altri alimenti contenevamo maggiori quantità di elementi nutrienti. In particolare vi era una maggiore concentrazione di acidi grassi essenziali (polinsaturi) omega-3, vitamine A ed E.

A detta del coordinatore della ricerca, professoressa Heather Karsten, le differenze tra i due tipi di uova erano sorprendenti.«Rispetto alle uova delle galline commerciali, le uova di galline che pascolavano avevano il doppio di vitamina E e acidi grassi a catena lunga come gli omega-3; più del doppio del totale di acidi grassi omega-3, e meno della metà del rapporto tra omega-6 e omega-3. La concentrazione di vitamina A è stata del 38% più alta nelle uova delle galline che pascolavano che nelle uova delle galline commerciali, ma la vitamina A per uovo totale non differiva», ha commentato Karsten.

Il metodo utilizzato dai ricercatori è stato quello del crossover, dove si sono volute constatare le differenze e l'influenza di diverse specie di erbe che le galline possono trovare quando pascolano liberamente.
Settantacinque galline sono state assegnate a ricevere tre diversi tipi di alimenti: erba medica, trifoglio rosso e bianco o un misto d'erbe tipiche della stagione fredda.
A turno, tutte le galline hanno provato i vari tipi di dieta della durata di due settimane ognuna. Nel frattempo il cibo è stato anche integrato con del mangime commerciale.
Al termine del trattamento, durato in totale sei settimane, le uova prodotte da queste galline sono state confrontate con quelle di altre 50 galline allevate in batteria e alimentate con pasture industriali.
«La gallina ha un tratto digestivo corto e può assimilare rapidamente i nutrienti attraverso la dieta. Le vitamine liposolubili [come la vitamina A ed E] nella dieta sono prontamente trasferite al fegato e poi nel tuorlo d'uovo. I livelli di nutrienti nelle uova sono sensibili ai cambiamenti dietetici», ha dichiarato il professor Paul Patterson co-autore dello studio.
Patterson ricorda che già altre ricerche hanno dimostrato che tutte le vitamine liposolubili, tra cui A ed E, i grassi insaturi, gli acidi linoleico e linolenico sono "uova reattivi", e che la dieta della gallina ha una marcata influenza sulla [loro] concentrazione nelle uova».

Unico neo, se così si può dire, è che le uova delle galline libere pesavano circa il 14% in meno di quelle delle galline allevate in batteria e la produzione era minore del 15%.Be', forse è meglio un uovo più piccolo ma nutriente e qualche uovo in meno che un cibo con minore valore nutritivo e che sottopone a una vita da lager questi animali, n'est-ce pas?

giovedì 14 aprile 2016

link di alcuni servizi giornalistici sull'alimentazione da vedere!!!!

cioccolato contaminato  http://www.la7.it/dimartedi/video/cioccolato-contaminato-06-04-2016-179930

alluminio a contatto con il cibo  http://www.la7.it/dimartedi/video/lalluminio-a-contatto-con-il-cibo-%C3%A8-sicuro-13-04-2016-180592

molluschi con acqua ossigenata  http://www.la7.it/dimartedi/video/molluschi-con-acqua-ossigenata-06-04-2016-179929

quanto zucchero ingeriamo  http://www.la7.it/dimartedi/video/quanto-zucchero-ingeriamo-06-04-2016-179927

dolcificanti  http://www.la7.it/dimartedi/video/sugar-free-non-sempre-%C3%A8-sano-06-04-2016-179925

snelli con i batteri  http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-4a519071-e367-4fec-b6c3-15775bd26053.html

falsi miti nel piatto   http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-78a62133-1ae6-46ba-be73-b7e7a3c6dea3.html?iframe" style="border:0px; padding: 0px; margin:0px; width: 100%; height: 100%; min-width: 355px; min-height: 200px;" allowfullscreen="true" webkitallowfullscreen="true" mozallowfullscreen="true" scrolling="no"></iframe>

pesce  http://www.la7.it/la-gabbia/video/cosa-si-rischia-con-il-sushi-low-cost-14-04-2016-180860

un piatto di salute sky    http://m.sky.it/tg24/cronaca/2016/04/07/un-piatto-di-salute-inchiesta-sky-tg24-rapporto-cibo-malattie


sazzi da morire dieta longo http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-e41de975-b5b8-4c23-8093-8fed023b1b03.html#p=0

martedì 12 aprile 2016

Omega 3 vegetali: ecco le fonti migliori

Un buon apporto bilanciato di Omega 3 e Omega 6 è fondamentale per qualsiasi tipo di dieta. Sono acidi grassi essenziali indispensabili per un buon funzionamento dell’organismo e in particolare per il nostro sistema circolatorio, quindi risultano essere efficaci anche nella prevenzione delle malattie cardiovascolari. Qui vi raccontiamo le fonti di Omega3 vegetali. Gli Omega 3 sono in sostanza grassi “buoni” che rendono più fluido il sangue, migliorando la circolazione e che aiutano l’organismo a evitare l’accumulo di grassi “cattivi” come colesterolo e trigliceridi che provocano l’indurimento dei vasi sanguigni. L’apporto giornaliero minimo consigliato è pari a 3 grammi. Leggi anche: tutto sulla portulaca, il pesce dei vegani Comunemente si ritiene che sia solo il pesce una buona fonte di Omega 3, ma non è assolutamente così, anzi. Infatti sono diversi i cibi alternativi, come noci, semi di lino e olio di semi di lino, ricchi di Omega 3 grazie ai quali è possibile ottenere un apporto nutrizionale corretto senza dover ricorrere a cibi di origine animale. Cibi Porzione Omega-3(g) Olio di lino Olio di canola Olio di noce Olio di soia 15 mi 15 mi 15 mi 15 mi 6.6 1.6 1.4 1.0 Semi di lino Noci 2 cucchiai 2 cucchiai 3.2 1.0 Semi di soia, cotti Tofu, compatto Tofu, medio Latte di soia Bacche Piselli Legumi 1 tazza ½ tazza ½ tazza 1 tazza ½ tazza ½ tazza ½ tazza 1.1 0.7 0.4 0.4 0.2 0.2 0.05 Vegetali a foglia verde (broccoli, cavolo, insalata) 1 tazza 0.1 Germe d’avena Germe di grano 2 cucchiai 2 cucchiai 0.2 0.1 La miglior fonte vegetale di Omega 3 (come si legge nella tabella pubblicata dalla Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana) è l’olio di lino che contiene alti livelli di concentrazione di acidi grassi essenziali. Infatti secondo la tabella un cucchiaio di olio di lino fornisce circa 6,6 grammi di Omega 3, mentre 30 grammi di semi di lino macinati ne forniscono circa 3,2. Con l’olio bisogna ricordarsi di seguire alcuni accorgimenti: va tenuto in frigorifero in bottiglie scure perché può essere facilmente danneggiato dalla luce, dal calore e dall’aria e va utilizzato a crudo. I semi di lino integri invece, grazie al duro rivestimento esterno, durano per molti mesi nella dispensa. Per favorirne l’assimilazione i semi vanno triturati con un frullatore o un macinacaffè e possono essere utilizzati nelle insalate o con i cereali. Le noci sono, dopo i semi e l’olio di lino, il terzo alimento della nostra classifica, circa 30 grammi di noci, infatti, forniscono al nostro organismo quasi 2 grammi di acido alfa-linoleico (uno degli acidi grassi del gruppo Omega 3). Anche i legumi (fagioli, piselli, lenticchie, ceci) contengono una piccola percentuale di Omega 3. Ma non dobbiamo dimenticare che tra gli alimenti importanti c’è la soia e  tutti i suoi derivati, come il latte e il tofu. Infine i cereali, come il germe di avena o di grano e anche i vegetali a foglia verde, come spinaci, broccoli, lattuga e cavolo verde contribuiscono al nostro fabbisogno quotidiano. Questa quantità da sola non potrebbe soddisfare in pieno il nostro bisogno, ma certamente supporta ed integra la nostra alimentazione. Incredibile fonte di Omega3 è la portulaca, pianta erbacea di cui si possono mangiare foglie, steli e fiori. Si coltiva facilmente sui balconi, anzi, a volte la si trova già come “erbaccia” che cresce nel nostri vasi. Gandhi disse: “Ovunque i semi di lino divengano un cibo comune tra la gente, lì ci sarà una salute migliore”.
Vegolosi.it - Leggi su: http://www.vegolosi.it/?p=9397

Portulaca: l’erbaccia ricca di Omega3

Parliamo della Portulaca oleracea, detta anche Erba grassa o Porcellana comune, molto presente nei giardini e nei campi italiani. Sebbene oggi sia poco considerata sia dal punto di vista alimentare che da quello salutistico, la storia di questa pianta – e i suoi usi – ci fanno risalire molto indietro nel tempo: già nell’antico Egitto veniva usata come medicinale, mentre nel Medioevo è apparsa anche in tavola. Facciamo un salto in un’epoca ben più recente: nella prima metà del Novecento, nel Sud Italia la Portulaca era tra gli ingredienti più usati nella “cucina povera”. Inoltre, era considerata preziosa per le proprietà antiscorbutiche dagli equipaggi delle navi. È molto importante sapere che tutte le parti di questa pianta sono commestibili, sia i fiori sia i semi sia i fusti. Oggi la si ritrova diffusa in tutta la Penisola e anche nelle isole, praticamente a tutte le altitudini. Leggi anche: le piante selvatiche commestibili Proprietà Nella Portulaca c’è una quota molto alta di omega 3, cosa che la rende il vegetale più ricco di questa sostanza. Di conseguenza, è molto utile per ridurre i livelli di colesterolo cattivo, è un infiammatorio naturale, aiuta lo sviluppo cerebrale e il rafforzamento del sistema immunitario, rallenta l’invecchiamento della pelle ed è amico del sistema cardiocircolatorio. Ha ottime quantità di potassio (494 mg su 100 g) e di magnesio ( 68 mg per 100g). Nella Portulaca c’è anche una buona quantità di vitamina C. Pertanto vegani e vegetariani, o semplicemente chi non ama il pesce, può mangiare questa pianta, ricevendo ugualmente la quantità di omega 3 necessaria per la salute del nostro organismo. Come si coltiva la Portulaca? La Portulaca è una pianta rustica alta fino a 30 centimetri che a inizio autunno regala fiori molto colorati e che si può coltivare anche su terrazzi e balconi, non avendo alcuna difficoltà col caldo e con le temperature più alte. Anzi, coltivarla all’aperto permette l’apertura completa dei fiori, che sbocciano al meglio solo in condizioni di elevata luminosità. Nei vivai sono in vendita i semi e potete tranquillamente partire da quelli. Nelle aiuole le piante vanno poste a circa 30 centimetri di distanza l’una dall’altra, per permettere alla vegetazione di svilupparsi al meglio. Richiede un terriccio molto sabbioso, mentre se si sceglie di coltivarla nel terreno questo deve essere ben drenato (e vi si può aggiungere sabbia grossolana). La pianta va irrigata ogni due o tre giorni e concimata una volta a settimana con un concime solubile in acqua. Leggi anche: i consigli per un orto perfetto sui nostri balconi Come utilizzare la Portulaca in cucina: ricette Partiamo da un dato: come detto, tutte le parti della Portulaca sono commestibili. In cucina possiamo utilizzare le foglie e i rami più teneri, questi ultimi usati prevalentemente crudi. Ma come mangiare la Portulaca? In aggiunta alle insalate, nelle zuppe, nelle minestre, estratta assieme ad altra frutta e verdura, facendone una crema spalmabile. È molto saporita anche in un semplicissimo piatto di pasta ripiena con panna vegetale, dove la Portulaca diventa quasi l’ingrediente fondamentale: va tritata e aggiunta alla panna, prima di versare la pasta. Si può usare anche in una frittata, mentre per i vegani il consiglio è quello di aggiungere la Portulaca a pomodori, una pannocchia sgranata, olive taggiasche e nocciole per una squisita insalata. La si può friggere in pastella o consumare cotta, come contorna, condita solo con olio e limone. E, a proposito di insalate, in Calabria è tipico mangiarla insieme a sedano e aceto. In altre zone dell’Italia, inoltre, le foglie e i rametti più teneri vengono conservati sottoaceto o in salamoia, per poi essere impiegati a proprio piacimento per antipasti e contorni. In Francia, invece, è molto diffuso il suo utilizzo nelle salse o per preparare burri aromatici. I semi della Portulaca possono essere macinati e aggiunti a pane e pappe per renderli ancor più saporiti.
Vegolosi.it - Leggi su: http://www.vegolosi.it/?p=16758

giovedì 7 aprile 2016

domenica 17 aprile andate a votare!!!!

Diffondi !!!Diffonddddddiiiii
***DIFENDIAMO IL NOSTRO MARE***
Vorrei chiedere a tutti i miei amici sparsi per lo stivale se sono al corrente del prossimo referendum sulle trivellazioni. Sapete che il 17 aprile saremo tutti chiamati alle urne per il referendum sul petrolio? Votando SI diremo NO alla trivellazioni in mare. Purtroppo i mass media non ne parlano per tenerci all'oscuro allo scopo di non farci raggiungere il quorum. Dobbiamo il piu' possibile fare passaparola ed utilizzare ogni social in modo corretto!!
Fai copia ed incolla!!

Spalmabile di tofu, olive e pomodorini

Ingredienti:
200 gr tofu
72 gr olive verdi snocciolate
45 gr ciliegini semi-secchi
1 cucchiaio lievito alimentare
3 cucchiai acqua
Procedimento:
Tagliate a dadini il tofu e mettete tutti gli ingredienti nel mixer.
Frullate e gustate!

Choco vegan cheesecake (gluten free)

Come avrete intuito dalle ultime ricette, voglio farvi innamorare follemente (se non lo siete già) della cioccolata…così mi sento meno in colpa a divorarla!!! 😂
Oggi vi presento un nuovo esperimento:
la cheesecake al…nientepocodimenoccccccche cioccolato! Non lo avreste mai detto!
Ovviamente vegan e senza glutine, in modo da essere pappata da tutti i golosi che hannointolleranze o semplicemente non vogliono assumere glutine (come me), senza avere nulla da invidiare alle classiche cheesecake!

 INGREDIENTI

Ingredienti per la base:

– 150 g circa di biscotti vegan e senza glutine sbriciolati (o di fiocchi di avena o mandorle/nocciole ridotte a farina)
– 5 cucchiai di cucchiaio di olio di cocco (la quantità dipende dalla vostra scelta: biscotti o avena, mandorle , nocciole…in questi ultimi casi, vi servirà anche un dolcificante tipo datteri, zucchero di cocco o uno sciroppo d’acero/agave…)

Ingredienti per il ripieno:

– una lattina di latte di cocco (400 g) con un’alta percentuale di grassi
– 2 cucchiaini di agar agar
– zucchero di cocco qb o altro dolcificante (la quantità dipenderà dai vostri gusti e soprattutto dal tipo di cioccolato che sceglierete)
– ½ baccello di vaniglia (solo i semi)
– 100 g di cioccolato extra fondente (se preferite anche meno, io sono ingorda!)
– 3 cucchiai colmi di farina di cocco impalpabile

PROCEDIMENTO:


Per la base:
1. Preriscaldate il forno a 180º poi tostare nocciole/mandorle/avena fino a doratura, mescolando quando necessario, oppure sbriciolate i biscotti nel mixer
2.  Versate l’olio e lo sciroppo in un pentolino, riscaldateli e frullateLI al mixer insieme all’avena/nocciole/mandorle o ai biscotti fino ad ottenere una consistenza sabbiosa
3. Versate il composto in una tortiera a cerniera da 20 cm, foderata con carta da forno, pressando bene il composto per creare uno strato uniforme

Per il ripieno:
1. Riscaldate in un pentolino a fiamma bassa il latte di cocco, aggiungete l’agar agar e poi tutti gli altri ingredienti, portate ad una leggera ebollizione per qualche minuto e spegnete
2. Versate sulla parte superiore della base e lasciate raffreddare in frigorifero per almeno 4 ore

Per servire:
Togliete la torta dalla teglia, eliminate con delicatezza la carta da forno e decoratela con cioccolato extra fondente sciolto a bagno maria

Raw-choco mousse

Due soli ingredienti per questa ricetta davvero facile!
L’unica accortezza da avere sarà proprio la scelta di questi due ingredienti:
– cioccolato extra fondente almeno al 70%
 latte di cocco (lasciato in frigo per una notte), attenzione però, sceglietelo senza aggiunta di acqua o tentativi di scrematura e con un’elevata percentuale di grasso. Infatti ciò che utilizzerete sarà proprio la parte grassa, cioè la panna. Lo si trova in lattina o potete anche farlo voi frullando il cocco grattugiato con acqua calda e filtrando il tutto.
Già nei miei precedenti post ho spiegato come fare la panna di cocco, per chi se li fosse  persi…al mattino troverete il latte  separato, la panna in alto e il siero in basso (vi consiglio di mettere la lattina in frigo capovolta, così troverete il siero in alto che toglierete prima senza dover adottare alcuna precauzione!). Prelevate delicatamente la panna ed usate il siero per altre preparazioni!  Ecco, il gioco è fatto! Montate la panna, fondete il cioccolato e unite i due componenti, lasciate raffreddare in frigo per qualche ora e divoratela!
Ora vi spiego meglio questa difficilissima ricetta!!!😂

Ingredienti:

– 400 g latte di cocco
– 200 g di cioccolato raw o extra fondente (dal 70% in su)
– dolcificante (solo se lo ritenete opportuno)
– Scorze essiccata di arancia (facoltativa)

Procedimento:

1) mettete il latte in frigo per tutta la notte, in modo che la parte grassa si separi da quella liquida
2) montate la parte grassa, fino ad avere una consistenza bella “pannosa”
3) sminuzzate il cioccolato e fatelo sciogliere a bagnomaria
4) mescolate il cioccolato fuso alla panna montata, mescolando velocemente, ma in maniera delicata e mettete il composto ottenuto nelle coppette
5) Fate raffreddare in frigo per un paio di ore, in modo che la mousse si rapprenda

NOTE:

– se la volete più “dura” aggiungete olio di cocco
– potete aromatizzarla con vaniglia, cannella, scorzette di agrumi….
– io ho fatto due strati utilizzando per il primo un cioccolato fondente al 90% e per il secondo un 70% con aggiunta di crema alle nocciole (nocciole ridotte a crema)…eccccccccccccchevvvvvvvvvelodicoafffffffffffà!!!!!😂

Cubo-coccolato soffice

Ingredienti:

– 400 ml di latte di cocco in lattina con almeno il 19% di grassi
– 150 g di cioccolato fondente senza zucchero
– 30 g di stevia (o altro dolcificante)
– 2 cucchiaini rasi di bicarbonato
– 2 cucchiai di cacao amaro in polvere
– buccia grattugiata di 2 arance bio
– 300 g circa di farina di cocco impalpabile (o cocco rapè frullato fino ad ottenere una consistenza molto sottile)
– 50 ml di olio di cocco

Ingredienti per la glassa:

– cacao amaro q.b.
– olio di cocco q.b.
– stevia o altro dolcificante q.b.
– succo di un’arancia

Procedimento:

1) sciogliete il cioccolato fondente a bagnomaria
2) aggiungete il latte di cocco e, amalgamando, tutti gli altri ingredienti ad eccezione del bicarbonato
3) spegnete il fuoco e lasciate intiepidire
4) aggiungete il bicarbonato
5) rivestite con carta forno bagnata e strizzata una teglia rettangolare
6) infornate a 170º/180º per circa 30/40 minuti
7) lasciate raffreddare
8) amalgamate in una ciotola tutti gli ingredienti per la glassa e versatela sulla torta
9) tagliatela a quadrotti e servitela

Come preparare in casa la maionese vegana con l’acqua di cottura dei ceci.

Ci sono molti modi per creare emulsioni che ricordino nel gusto la maionese classica, questa è sicuramente molto originale. Avete infatti mai provato a montare l’acqua di governo dei ceci? Ha un risultato strabiliante che vi conquisterà: leggera, spumosa e senza sapore di legumi, può sostituire in qualunque preparazione il bianco dell’uovo montato a neve oppure fare da base a diverse emulsioni, come in questo caso. Provare per credere!

Ingredienti: 80 grammi di acqua di governo dei ceci (aquafaba), 120-180 grammi di olio di mais o EVO, un pizzico di sale, 7-8 grammi di succo di limone, a piacere un cucchiaino o due di senape
Preparazione: versate l’acqua di cottura dei ceci in un barattolo di vetro dalla bocca abbastanza ampia da contenere la testa del mixer. Aggiungete sale e limone, poi cominciate a frullare il tutto. Quando avrete ottenuto una bella spuma densa, simile alle chiare dell’uovo montate a neve, cominciate, senza smettere di mixare, ad aggiungere l’olio a filo. Quando raggiungerete la consistenza desiderata, fermatevi e lasciate riposare la maionese in frigo per un oretta o due per farla riposare.
Consigli: la salsa può essere aromatizzata come preferite, con prezzemolo, aglio, erba cipollina, peperoncino o paprika. Si conserva in frigo per una settimana e resta leggera e molto saporita.
Prezzo: il costo totale è di 0,54 euro per  250 grammi di prodotto