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giovedì 31 gennaio 2013

Detersivo per piatti, la ricetta per farlo in casa


Riporto una ricetta di Piera Maltese, che ringrazio vivamente per aver condiviso con tutti noi!
Come potete vedere è del tutto naturale, semplice da preparare, biodegradabile e senza alcuna possibile ripercussione sulla salute. Vado subito a prepararla!
DETERSIVO PIATTI A MANO E IN LAVASTOVIGLIE
3 limoni
400 ml. di acqua
200 gr. di sale
100 ml. di aceto bianco
Non confondete i grammi con i millilitri.
Tagliare i limoni in 4 – 5 pezzi togliendo solo i semi e mantenendo la buccia.
Frullarli con un mixer insieme ad un po’ di acqua e il sale.
Mettere la poltiglia in una pentola, aggiungere la restante acqua e l’aceto e far bollire per circa 10 minuti mescolando affinché non attacchi.
Quando si è addensato e un po’ raffreddato mettere in un vasetto di vetro o in una bottiglia di plastica.
USO: due cucchiai da minestra per la lavastoviglie; a piacere per i piatti a mano.
Detersivo a base acida: per cui non va bene miscelarlo con detersivi basici / alcalini (detersivo piatti classico, sia chimico che ecologico). Pertanto NON USARLI INSIEME. Non succede nulla, semplicemente essendo opposti si annullano a vicenda e sparisce il potere detergente (non lavano!).
E’ efficace in lavastoviglie: tenendo conto che io non lavo mai i piatti prima di metterli nella macchina (!!!), piuttosto ripasso ciò che non è venuto bene dopo. L’efficacia migliora se come brillantante si mette l’aceto e se si puliscono regolarmente i filtri. 
Si possono perdonare alcune imperfezioni se pensiamo che ci mangiamo, dentro i piatti, e che al limite – rimanessero tracce di detersivo (e rimangono sempre) – è solo limone, aceto e sale!
Per di più non arriva ai depuratori delle acque di scarico facendo strage di microrganismi utili alla sopraccitata depurazione!!! 
N.B. Si consiglia di utilizzare per la preparazione dei detersivi – in generale – delle vecchie pentole e di adibirle solo a questo scopo.
N.B.2 Va da sè che i limoni dovrebbero essere biologici o per lo meno trattati il meno possibile.

L’Aloe vera contro l’inquinamento domestico. Tutte le piante che puliscono l’aria

Per mantenere salubre la vostra abitazione e contro l’inquinamento domestoio occorre cura e attenzione
Pulviscoli, batteri e funghi sono estremamente volatili e la loro quantità aumenta se l'aria della vostra casa è viziata e stantia. Basta aprire le finestre 10 minuti al giorno per rendere le quattro mura domestiche un luogo salubre e pulito: cambiando spesso aria si evitano muffe agli angoli delle pareti, e gas e micropolveri escono per far entrare aria pulita e fresca. Anche i vapori del bagno, della cucina, lavanderia, del fumo delle sigarette o incensi devono essere espulsi, affinché il vostro corpo ritrovi vitalità e benessere. 
Il momento migliore per cambiare aria è quello dopo il temporale, quando l'aria si arricchisce di ioni negativi (che influenzano il buon umore) e si purifica. 

Oltre al cambio d'aria, per tenere salubri le vostre abitazioni ci sono le care piante che accorrono sempre in nostro aiuto. 
Avere delle piante in appartamento non è solo bello, ma anche salubre: quelli che tra voi credono di avere il pollice nero, provino a prendersi cura di una pianta riflettendo sul fatto che non è solo ornamentale, ma che vi è utile e che giova alla vostra salute! 
Tornando alle nostre amiche piante, esse sono in grado di umidificare e purificare gli ambientipoiché catturano le sostanze nocive volatili demolendole. Alcuni studi condotti dalla Nasa hanno dimostrato che alcuni tipi di piante riescono ad abbattere anidride solforosa, formaldeide, benzene, tricloroetilene, anidride solforosa, toluene e altre sostanze decisamente tossiche. 
Questo processo avviene grazie alla fotosintesi clorofilliana: di giorno le piante assumono anidride carbonica e rilasciano ossigeno. Di notte avviene l'esatto contrario, per cui vi sconsigliamo di tenerle nella camera da letto. 

Ma vediamo nel dettaglio le 10 piante anti-inquinamento domestico

1- Aloe vera. Pianta robustissima che richiede pochissima acqua e manutenzione. Gradisce le temperature moderate e sopporta benissimo quelle alte: tenetela in casa d'inverno, non vicino al riscaldamento, e fuori d'estate (quando le temperature esterne raggiungono i 20 gradi) ma mai al sole battente, sempre in penombra. L'Aloe assorbe formaldeide.   

2  - Chamaedorea, Kenzia. Pianta molto resistente che richiede poca acqua. È molto efficace nell'assorbimento di benzene e formaldeide.

3 – Crisantemo. Il bistrattato fiore dei morti è, in realtà, un potente assorbente di trielina e ammoniaca.

4 – Dracena Compacta. Assorbe benzene, formaldeide e tricloroetilene. 

5 – Dracena marginata. Ottima per l'assorbimento di tricloroetilene e benzene.  

6 – Edera. Assorbe benzene e tricloroetilene.

7 – Ficus beniamina, robusta, retusa. Bellissima pianta eccellente per l'assorbimento di formaldeide. Richiede molta luce e non sopporta le correnti d'aria. 

8 – Gerbera. Assorbe trielina, monossido di carbonio e benzene. In estate sta bene fuori, ma d'inverno meglio se la tenete in casa. La gerbera richiede molta luce. 

9 – Pothos (Scindapsus). Combatte le emissioni di formaldeide ed è adatta anche a luoghi poco luminosi. 

10 – Spatillo (Spatifillum). Abbatte gli effluvi negativi di solventi, alcoli, acetone, benzene e formaldeide. È una pianta che va innaffiata spesso e rilascia molta umidità.  

L' assorbente lavabile in fibra di amido di mais contro prurito e irritazioni

E’ partita la sperimentazione del nuovo assorbente lavabile da donna: il tessuto dominante è, ancora una volta la fibra di amido di mais, caratterizzante tutta la produzione, dall’intimo ai pantacollant, all’assorbente. Questo tessuto si presta molto bene anche per un momento così delicato per la donna: è infatti morbido al tatto, antibatterico naturale, traspirante, attenua i cattivi odori, non surriscalda e aiuta a prevenire fastidiose irritazioni.

Spesso infatti molte donne lamentano disturbi di vario genere (soprattutto con il caldo)irritazioni, candida, prurito intimo, imputabili anche a gli assorbenti tradizionali, costituiti per di più con rayon (fibra ottenuta dalla cellulosa attraverso un particolare processo chimico) polveri super assorbenti SAP (derivanti dal petrolio) plastica e lattice. Inoltre la parte assorbente di molti prodotti per l’igiene intima viene sbiancata con il cloroattraverso un processo che rilascia diossina, una sostanza tossica

Negli assorbenti H-earth non vi è nessun tipo di sostanza chimica, la fibra di amido è ecologica, non richiede pesticidi nella sua produzione e il tessuto è dermatologicamente testato presso l’Università di Parma. Ma cosa vuol dire “testato”? i tessuti vengono provati esclusivamente da persone (NON animali!), con un piccolo campioncino che tengono addosso a contatto con la pelle per una ventina di giorni. A riconferma della cosa, ci sono arrivati i nomi delle persone che hanno fatto il test. Ci teniamo a far chiarezza su questa cosa perché oltre ad un prodotto ecologico e salutare, ci sta molto a cuore che non ci sia sfruttamento/utilizzo di animali. 

La fibra di amido a contatto con la pelle, una fibra super assorbente all’interno e l’assenza di cuciture
, permettono di sentirsi sicure, comode e sempre asciutte. Il vantaggio di questo tessuto è anche un altro: gli assorbenti lavabili ad esempio in cotone, spesso dopo il lavaggio rimangono visibilmente macchiati: questo tessuto invece con il lavaggio si smacchia completamente. 
Il prodotto si presta inoltre anche per perdite urinarie. La presentazione ufficiale del prodotto, insieme alla linea di intimo classica e sportiva, sarà a Milano, 15-17 Marzo 2013 alla fiera “Fa la cosa giusta”. L’assorbente ecologico lavabile è una scelta: etica, ecologica , comoda e soprattutto salutare!

Il sambuco: l'aspirina vegetale

Frustando i cavalli come un ciuco, tra i glicini e il sambuco, il re si dileguò …”  così cantava Fabrizio De Andrè in Carlo Martello.
Sambucus è un genere appartenente alla famiglia delle Caprifoliacee che comprende specie arbustive di dimensioni medio-grandi talvolta in forma di piccolo albero. E’ una pianta originaria dell'Europa e del Caucaso; oggi è una specie ormai cosmopolita, diffusa in tutte le aree temperate dei continenti. In Italia il sambuco è presente in tutte le regioni, dalla pianura ai 1.400 metri di quota, comunissimo lungo le siepi campestri, nei boschi, presso i casolari di campagna, nonché alla periferia delle città, dove rappresenta un relitto della vegetazione spontanea.
I piccoli fiori color bianco panna, a forma di stella, sono raccolti in infiorescenze a ombrello e sbocciano nella tarda primavera e all'inizio dell'estate.  In autunno giungono a maturazione le piccole bacche lucenti dette botanicamente drupe, di color nero-violaceo,dal sapore acidulo, riunite in grappoli, e molto ricche di vitamina C.

Come la maggior parte degli alberi con bacche commestibili ampiamente diffusi in Europa, il sambuco è conosciuto e usato da tempo immemore. Gli scavi delle città lacustri spesso ne forniscono semi in abbondanza. Nelle palafitte di Annecy, che risalgono all’età del rame(2500-1800 a.C.), se ne sono trovati così tanti da ritenere che i frutti di sambuco venissero già allora raccolti per la preparazione di una bevanda o per la tintura dei tessuti. Gli ippocratici (IV sec. a. C.) attribuivano al sambuco proprietà lassative e diuretiche.
Molteplici sono gli usi delle varie parti della pianta di sambuco. Le foglie e la scorzafresca vengono impiegate per preparazioni medicinali di tipo cutaneo. I frutti sono ottimi antinfiammatori, e vengono usati per esempio per combattere le nevralgie del trigemino. I fiori si possono essiccare e si conservano poi in vasi a chiusura ermetica in modo da averli a disposizione in ogni periodo dell'anno per usarli in cucina o in farmacia. Un antico uso dei fiori essiccati consisteva nel porli nelle cassette contenenti i frutti al fine di aiutare a conservarli.  I fiori freschi sono invece ottimi nelle insalate, nelle frittate e nelle macedonie. Per preparare le frittelle, con uova e farina, si possono usare sia fiori freschi che essiccati. 

Con i frutti ben maturi si ottiene un fermentato (vino di sambuco) e si possono prepararesciroppi, gelatine e marmellate.
Antonio Targioni Tozzetti, nel suo Corso di botanica medico-farmaceutica (1847), oltre ad elencare le virtù terapeutiche del sambuco per l’uomo, scrive che “la decozione delle foglie si crede capace dai contadini di uccidere i bruci e gli insetti che rodono le piante”.
Al sambuco in passato si attribuivano poteri magici contro i demoni e le streghe. Al giorno d'oggi si dice che, piantando un sambuco presso le finestre di casa, le mosche ne verranno attratte e non entreranno all'interno. 

Nella tradizione popolare il sambuco viene chiamato "l'aspirina vegetale" per l'effetto sudorifero che provoca il suo infuso di fiori e viene usato in calde tisane per combattere il raffreddore, l'influenza e i reumatismi.

Ecco l’esempio di due ricette medicinali:
Infuso sudorifero per l'influenza e il raffreddore: Fare un infuso usando un cucchiaio da frutta di fiori secchi di sambuco e una tazza di acqua bollente. Filtrare, dolcificare con miele e bere 2 volte al giorno.
Sciroppo di sambuco lassativo: Schiacciare al setaccio 1 kg di bacche di sambuco ben mature e lasciare riposare una notte in frigorifero. Filtrare, pesare, aggiungere lo stesso peso in zucchero e far bollire mezz'ora. Imbottigliare freddo.

Detersivo fatto in casa: come fare il detersivo per lavatrice a 45 centesimi a litro


Autoprodurre detersivi naturali in casa propria è molto interessante, importante e divertente.
Per certi aspetti è anche semplice, poiché basta prendere la mano e conoscere gli ingredienti che andremo ad utilizzare: molto importante documentarsi bene prima di modificare materie prime di ricette lette sui libri o scovate sul web.

Ma veniamo ai nostri detergenti: oggi vi daremo una ricetta di un DETERSIVO PER LAVATRICE da fare in casa. È un detergente molto delicato, quindi non adatto ai capi molto sporchi, agli unti o alle macchie resistenti. È, invece, ottimo per il BUCATO in lavatrice di abiti quotidiani da rinfrescare.

Ecco gli ingredienti per circa 3 litri di pasta lavante:
  • 5 litri d'acqua
  • 200 grammi di sapone vegetale in scaglie di MARSIGLIA
  • 100 grammi di bicarbonato di sodio
  • 25 gocce di olio essenziale alla lavanda

Procedimento
Portate ad ebollizione l'acqua all'interno di una pentola capiente. Versate mano a mano il sapone vegetale in scaglie e mescolate. Lasciate riposare finché il liquido non si sarà raffreddato e le scaglie di sapone non si saranno completamente disciolte. 
Quindi aggiungete il bicarbonato e mescolate per bene. Prima di passare al trasferimento del detersivo nel contenitore prescelto, addizionatelo con l'olio essenziale di LAVANDA e mescolate con un cucchiaio di legno. 
Questa pasta lavante si presenta liquida, ma dopo 1 giorno tende a rassodare: quando la andrete a trasferire, scegliete quindi un contenitore aperto, in modo da poterla prendere con il cucchiaio.
È un detergente molto profumato, sia di Marsiglia che di lavanda: ne bastano due cucchiai pieni nella vaschetta della lavatrice a carico pieno. 
Non ha scadenza. 
Per un lavaggio migliore, si consiglia di aggiungere, nella vaschetta dell'AMMORBIDENTE, 20 cc di soluzione a base di acido citrico. 
Ogni tanto aggiungere, o sostituire, a questo detersivo uno ecologico con maggiore potere lavante.  
Due litri di questo detersivo vi costeranno 0,90 centesimi!!! 

I mille modi per usare il sale da cucina: dalla pulizia del forno all’eliminazione delle erbacce


Sapete cos’è il cloruro di sodio? Si, stiamo parlando proprio di uno di quei prodotti che non mancano mai nella nostra dispensa: il sale da cucina
Se pensavate che l'unica funzione del sale sia quella di insaporire il cibo, vi invitiamo a leggere la guida che segue per scoprire come un prodotto così economico possa diventare un grande alleato

Come utilizzare il sale:
Come pulire il forno casalingo
Una delle imprese più ardue per le casalinghe è sicuramente quella di far tornare a splendere il proprio forno. Spesso trovare il prodotto giusto sembra impossibile e si finisce per affidarsi a composti chimici che promettono di risolvere il problema in poco tempo, ma sappiate che un alleato nella pulizia del forno è proprio il sale. 
Preparate una crema di sale, composta da 1/2 litro d’acqua e 250 g. di sale grosso, spargetela sulle macchie di bruciato che si sono formate all'interno del forno e risciacquate con una spugna umida. 
Oltre alle macchie di bruciato desiderate togliere anche il loro odore allora servitevi di sale e cannella. Spruzzate la polvere di sale e cannella quando il forno è ancora caldo,  successivamente rimuovete il sale con una spazzola. 

Come lavare la verdura e la frutta 
Per eliminare sporcizia e pesticidi da frutta e verdura create una miscela composta da  ½ tazza di aceto e 3 cucchiai di sale. Mescolate gli ingredienti fino a che il sale non si sarà sciolto, poi aggiungili al lavello pieno d’acqua. 
In seguito immergete nella soluzione la frutta e la verdura per 15-20 minuti. Rimuovete ed asciugate delicatamente.... e mangiate il vostro frutto e tanta verdura senza pensarci. 
Il sale vi aiuterà anche a prevenire l'imbrunimento di questi prodotti, una volta sbucciata una mela o una patata, immergetela in acqua leggermente salata per evitare che diventi scura e mantenga il suo colore. 

Come prevenire il congelamento 
Durante l'inverno quando la temperatura scende sotto lo zero capita di trovare le nostre finestre congelate. Per evitare di passare l'intera stagione a disgelarle strofinate l'interno della finestra con una spugna imbevuta di acqua salata ed asciugatela, in questo modo ne prevenirete il congelamento. 
Un metodo da adottare anche per il parabrezza dell'automobile più soggetto al fenomeno del congelamento attraverso il sale scongiurerete anche l'accumularsi di ghiaccio e neve. 
Anche il bucato che viene steso in balcone nella stagione invernale rischia spesso di irrigidirsi per il freddo. La soluzione per contrastare il congelamento degli indumenti è quella di aggiungere un po’ di sale all’acqua dell’ultimo risciacquo in lavatrice. 

Come mantenere freschi i fiori recisi 
Ricevere un mazzo di fiori è sempre un piacere, ma purtroppo una volta messi nel vaso dopo poco tempo perdono la loro bellezza. Per mantenere un po' più a lungo vivi i vostri fiori aggiungete un pizzico di sale all'acqua all'interno del vaso. 
Il sale vi sarà utile anche se non amate avere fiori freschi in casa e usate comprare quelli artificiali. Attraverso questo prodotto, infatti, potrete pulirli da sporcizia e polvere che si accumula su di essi, mettete mezza tazza di sale grosso in un grande sacchetto dove porrete all'interno i vostri fiori artificiali (li tratterrete per il gambo tenendo ben chiuso il sacchetto con le mani) e scuotete energicamente.... ed il gioco è fatto. 

Come eliminare l'erbacce
Il sale rappresenta anche un efficace erbicida per eliminare tutte quelle piante indesiderate, mettete una manciata generosa di sale grosso nel punto in cui crescono(strade d’accesso, fessure dei marciapiedi, intorno alle fondamenta della casa, ecc…) e bene prima di svolgere questa azione innaffiare le erbacce con acqua calda. 
Importante: Non esagerate con la quantità di sale perchè se no finirete con il danneggiare  il terreno circostante. 

Come si allunga la vita della tua scopa
Le care vecchie scope di paglia, usate dalle nostre nonne per spazzare in terra, sono davvero resistenti anche se con gli anni vanno a rovinarsi. Un ottimo rimedio per allungare la vita della vostra scopa è quello di immergerla in acqua salata al momento dell'acquisto. In questo modo vi durerà più a lungo facendovi risparmiare sul frequente acquisto di  nuove scope. 
Provate ad adottare questo rimedio anche per lo spazzolino da denti, ricordate immergere in acqua salata sempre prima di utilizzarlo per la prima volta.

Niente cera che cola dalle candele 
Amate posizionare candele profumate in giro per la vostra casa, ma temete che la cera vi rovini mobili e tovaglie? Allora il sale fa al caso vostro prima di usare le candele immergetele in una soluzione satura di acqua e sale per un paio d'ore. Ovviamente lasciate lo stoppino fuori lo stoppino, asciugate bene prima di accenderle e sarete salvi dal fastidio della cera che cola dappertutto.

Guida alle proprietà dell’aglio: dalle punture d’insetto alla cura dei piedi. L’aglio un alleato naturale


C'è chi non lo tollera per via dell' odore insopportabile e chi invece ama usarlo per condire ogni pietanza facendone un uso costante. Stiamo parlando dell'aglio, sappiate infatti che questo prodotto racchiude in se molteplici proprietà da sfruttare nella vita di tutti i giorni.
Anche se non amate adoperarlo in cucina vi consigliamo di non rimanerne mai sprovvisti, perchè l'aglio non tiene lontani solo i vampiri come diceva una vecchia credenza, ma contribuisce a risolvere alcuni degli inconvenienti che vanno ad incidere sulle nostre attività quotidiane.
Abbiamo preparato per voi una guida alle proprietà dell'aglio che vi permetterà di conoscere i diversi utilizzi dell'aglio all'interno della vostra abitazione, per il vostro benessere e molto altro.
                                            
Come conservare la frutta di stagione con l’aglio
Sicuramente acquistare tanta frutta di stagione all'interno dei nostri mercati rionali è una buona pratica da adottare, ma spesso non si fanno i conti con il rischio che possa andare a male se non consumata entro breve tempo.
Ad aiutarvi a risolvere questo problema ci pensa proprio l'aglio, basta posizionare nel contenitore dove siete soliti mettere la frutta qualche spicchio d'aglio tagliato a metà. Così potrete gustare la vostra frutta molto più a lungo evitando inutili sprechi.

L’aglio: un anti-muffa naturale per le conserve fatte in casa 
Assaporare un prodotto fatto in casa di certo è un'esperienza unica, per permettere che questa possa rimanere tale è necessario conservare al meglio questi prodotti.
Non dimenticarti mai allora di mettere una testa d'aglio all'interno del vostro barattolino di vetro prima di chiuderlo in questo modo, oltre ad insaporire le vostre conserve, scongiurerete il formarsi di muffe e batteri che andrebbero a rovinare il prodotto.
Con l'utilizzo di questo metodo potrete conservare tranquillamente le vostre conserve senza la paura che possano farvi male.

L’aglio come rimedio per le punture d'insetti
Sappiamo come alcuni prodotti naturali racchiudono delle proprietà davvero benefiche per la nostra salute. E' questo il caso dell'aglio che grazie alla sua azione antisettica ci viene in soccorso nel momento in cui siamo punti da un qualsiasi insetto, con conseguenze di prurito e gonfiore, strofinando infatti un pezzettino di aglio sulla parte interessata proverete subito un sensazione di sollievo.
Un rimedio naturale piuttosto efficace, sopratutto contro le zanzare, per evitare che vi pungano poggiate una ciotolina con uno spicchio d'aglio sul comodino contrastate il cattivo odore con delle foglie di menta. Il succo dell’aglio inoltre è utilissimo per neutralizzare il veleno delle vespe.

Con l’aglio: addio parassiti dalle piante 

Un toccasana per preservare le nostre piante dagli odiosi parassiti è sicuramente l'aglio, sembra proprio che il suo odore caratteristico infatti non permette a questi animaletti di captare facilmente il profumo di fiori e frutti.
Quando individuate una pianta infestata dai parassiti provvedete ad interrare una decina di spicchi d'aglio (preferendo quelli germogliati) posizionandoli ad una quarantina di centimetri dal tronco della pianta malata.
Attraverso questa pratica le radici della pianta con il passar del tempo assorbiranno l'aglio producendo un effetto disinfettante, così potrete curarle senza ricorrere a prodotti chimici dannosi per l'ambiente. Essendo una tecnica naturale impiegherete di certo più tempo ad ottenere il risultato desiderato, ma ricordate sarà sicuramente più duraturo di quello derivato da agenti chimici.
Utilizzate l'aglio anche per annientare quei piccoli ragnetti rossi che si manifestano periodicamente recando dei danni ai nostri giardini. Preparate una soluzione composta da dieci bulbi d'aglio tritati in un litro d'acqua, quindi vaporizzatela sulle piante ed in batter d'occhio vedrete il ragnetto abbandonare le vostre piante migrando altrove infastidito dall'odore.

Contro la prolificazione dei funghi nelle coltivazioni 
Sembra proprio che l'azione antibatterica naturale dell'aglio permetta di combattere la proliferazione di funghi nelle coltivazioni. Le malattie fungine sono quelle che incidono infatti maggiormente sulla salute di molte coltivazioni, ma realizzando una mistura fungicida a base di aglio riuscirete ad evitare che questo accada.
Schiacciate quattro teste d’aglio e fatele bollire con mezza tazza di bicarbonato in 4 litri d’acqua. Lasciate raffreddare a temperatura ambiente e successivamente, utilizzando un annaffiatoio bagnate lentamente il terreno intorno alle piante infette così che il preparato possa penetrare in profondità.
Ricordate che questa soluzione non toglierà del tutto i funghi, alcuni potrebbero impiegare diverso tempo per essere debbellati.

Curare i piedi con l'aglio 
Quello che state per leggere vi sembrerà strano, ma una buona soluzione per curare calli, duroni è quella di utilizzare l'aglio.  Servitevi dunque di una pomata composta da aglio ed olio d'oliva. Pestate all'interno di un pentolino due spicchi d'aglio, fino a ridurre il tutto in poltiglia, aggiungete poi un cucchiaino di olio d'oliva tiepido ed amalgamate il tutto. Otterrete una pomata untuosa da applicare sulla parte dolorante da fasciare con un fazzoletto pulito, avrete così un impacco benefico.

Rinforzare le unghie 

Un valido alleato per la cura delle vostre unghie è rappresentato dall'aglio che attraverso le sue proprietà le renderà più forti ed eviterà che si sfaldino con facilità. Per sfruttare questo beneficio tritate un paio di spicchi d'aglio molto finemente ed aggiungeteli ad una boccettina di smalto trasparente.
Lasciate quindi riposare per circa una decina di giorni e solo dopo applicatelo sulle unghie ben pulite prive di nessun residuo di smalto precedente. Il connubio di aglio e smalto rendono le unghie forti e resistenti contrastando ogni azione di cosmetici e prodotti rinforzanti sul mercato.

Contro l’alito cattivo

Dopo avervi illustrato i mille modi di usare l'aglio vi lasciamo con l'ultima chicca, ovvero il rimedio per togliere l'alito cattivo, basta mangiare qualche fogliolina di prezzemolo crudo, invece per renderlo meno indigesto è sufficiente togliere il piccolo germoglio verde che si trova all’interno di ogni spicchio, in mezzo alla polpa.
Importante: Prima di usarlo per una qualsiasi di queste operazioni accertatevi che chi vi circonda non sia allergico all'aglio!!!

Farine forti e farine deboli: quali scegliere per il pane fatto in casa?


Un capitolo molto importante per una buona riuscita del vostro pane fatto in casa, è lascelta delle farine.
Esistono farine più o meno adatte alla panificazione: vengono chiamate farine forti e farine deboli.
Premettiamo che una buona lievitazione è il risultato di tanti fattori: ma quello forse principale è la capacità del nostro impasto di formare la maglia glutinica, ossia quella struttura che conferisce al pane il gonfiore. Questa capacità dipende per l'80% dalla farina.

Si indica una farina forte una farina di frumento bianca raffinata (0 o 00, 2) capace di formare glutine; una farina debole è, invece, una farina con poca forza lievitante, poiché non genera glutine (avena, grano saraceno, miglio, segale, riso).

In passato si è creduto che per l'uomo la via migliore fosse quella di ottenere farine il più bianche possibile. Questo perché ci si accorse che panificando con farine di grano bianche, i pani risultavano più gonfi (questo avviene perché gli zuccheri sono maggiormente disponibili come vedremo dopo).
Raffinando le farine si ottengono però dei prodotti scarsissimi a livello di nutrienti, poiché le sostanze nutritive contenute nel tegumento (ossia la parte esterna del chicco), principalmente crusca e germe del cereale, vengono escluse nel processo di raffinazione: sostanze, esse, importantissime anche per la nostra attività intestinale.

Sono le proteine contenute all'interno della farina a cambiarne la lievitazione, più la percentuale è alta più i vostri pani saranno alti e gonfi. Ma, nonostante le farine integrali abbiano più proteine rispetto a quelle raffinate, lievitano meno. Perché? È necessario osservare la qualità delle proteine: quelle delle farine bianche derivano dall'endosperma e sono più predisposte a generare glutine, mentre quelle delle farine integrali provengono dal germe, ossia la parte più nobile del grano, e non sono in grado di generarlo.

Nonostante questo, se ben dosate, anche le farine integrali sono molto interessanti per la panificazione casalinga.
Infatti, tecnicamente, la forza di una farina si indica con W: questo simbolo indica la capacità della farina di resistere alle lunghe lievitazioni, agli stress meccanici (le farine forti oppongono resistenza alla deformazione del glutine, conferendo ai pani un aspetto gonfio e omogeneo) e all'indebolimento a cui i grassi e gli zuccheri sottopongono il glutine.

Sono le farine di grano, sia duro che tenero e anche integrali, ad essere quelle con maggior forza
: ciò significa che nel vostro impasto per il pane, esse non dovranno mai mancare. Una farina di grano integrale lieviterà meno rispetto a una raffinata, ma la vostra pagnotta sarà più ricca di nutrienti.
Una farina debole, le cui proprietà nutrizionali – ricordiamolo – sono di gran lunga superiori a quella di frumento, va aggiunta all'impasto da un minimo del 10% a un massimo del 30%: il resto dell'impasto dovrebbe essere composto da farine di frumento.

Una menzione particolare va alla farina di farro: nonostante sia annoverata tra le farine deboli, la farina di farro è, in realtà, una varietà antica per cui molto adatta alla panificazione. In un impasto per il pane, la farina di fatto può determinare il 40% massimo della quantità totale di farine.

Quindi, ricapitolando, per una buona e genuina pagnotta il nostro consiglio è quello di utilizzare:

Farine integrali o semintegrali biologiche e macinate a pietra;
- Farine forti
 nella percentuale del 60%: ossia ricche di proteine e capaci di formare il glutine (farina di grano tenero e/o duro integrali o semintegrali);
- Farine deboli 
nella percentuale del 10-30%: ossia farine nutrizionalmente eccezionali, ma con una bassa azione lievitante, ossia scarsamente atte alla formazione del glutine (avena, grano saraceno, miglio, segale, riso...).
Giulia Landini

Un cardiochirurgo di fama mondiale ci illumina su ciò che provoca realmente le malattie cardiache


Noi medici con tutta la nostra formazione, la conoscenza e l’autorità spesso acquisiamo un ego piuttosto grande che tende a rendere difficile ammettere che abbiamo torto. Così, eccomi qui. Ammetto di aver sbagliato. Da cardiochirurgo con 25 anni di esperienza, dopo aver effettuato oltre 5.000 interventi chirurgici a cuore aperto, oggi è il mio giorno per riparare al torto fatto come medico e scienziato.
Ho studiato per molti anni con altri medici importanti etichettati come “opinion makers” (autorità del settore). Bombardati continuamente dalla letteratura scientifica, frequentando seminari di formazione, noi professionisti, abbiamo insistito che le malattie cardiache sono semplicemente il risultato della presenza di colesterolo nel sangue.
L’unica terapia accettata era prescrivere farmaci per abbassare il colesterolo e una dieta che limita fortemente l’assunzione di grassi. La limitazione di quest’ultimo, naturalmente, abbiamo creduto potesse far abbassare il colesterolo e quindi le malattie cardiache. Deviazioni da queste raccomandazioni sono sempre state considerate eresia e potrebbero apparire come negligenza medica.
Non funziona!
Queste raccomandazioni non sono più scientificamente e moralmente difendibili. La scoperta pochi anni fa che l’infiammazione della parete arteriosa è la vera causa delle malattie cardiache, sta lentamente portando ad un cambiamento di paradigma nel modo in cui le malattie cardiache e altre malattie croniche saranno curate.
Le raccomandazioni dietetiche, a lungo termine, hanno creato epidemie di obesità e diabete, le cui conseguenze fanno impallidire qualsiasi piaga storica in termini di mortalità, sofferenza umana e disastrose conseguenze economiche.
Nonostante il fatto che il 25% della popolazione prende costosi farmaci che contengono statine e nonostante il fatto che abbiamo ridotto il contenuto di grassi della nostra dieta, più americani moriranno quest’anno di malattie cardiache rispetto al passato.
Le statistiche dell’American Heart Association mostrano che 75 milioni di americani soffre di malattie cardiache, 20 milioni hanno il diabete e 57 milioni hanno pre-diabete. Questi disturbi colpiscono le persone sempre più giovani in numero maggiore ogni anno.
In poche parole, senza un’infiammazione presente nel corpo, non c’è modo che il colesterolo si accumuli sulla parete del vaso sanguigno causando così malattie cardiache e ictus.
Senza l’infiammazione, il colesterolo è libero di muoversi in tutto il corpo come natura vuole. E’ l’infiammazione che causa l’accumulo di colesterolo.
L’infiammazione non è una cosa complicata – è semplicemente una difesa naturale del corpo ad un invasore estraneo, come tossine, batteri o virus. Il processo di infiammazione è perfetto nel modo in cui protegge il corpo da questi invasori batterici e virali. Tuttavia, se esponiamo frequentemente il corpo ai danni da tossine o alimenti che il corpo umano non è stato progettato per elaborare, si verifica una condizione chiamata infiammazione cronica. L’infiammazione cronica è nociva tanto quanto l’infiammazione acuta è benefica.
Quale persona ragionevole vorrebbe intenzionalmente esporsi ripetutamente ad alimenti o altre sostanze che sono note per causare lesioni al corpo? Beh, forse i fumatori, ma almeno hanno fatto questa scelta volontariamente.
Il resto di noi ha semplicemente seguito i consigli della dieta tradizionale a basso contenuto di grassi e ad alto contenuto di grassi polinsaturi e carboidrati, non sapendo che stavamo causando lesioni ripetute ai nostri vasi sanguigni. Queste lesioni creano un’infiammazione cronica che porta a malattie cardiache, ictus, diabete e obesità.
Lasciatemelo ripetere: le lesioni e l’infiammazione dei nostri vasi sanguigni sono causate dalla dieta a basso contenuto di grassi raccomandata per anni dalla medicina tradizionale.
Quali sono i maggiori colpevoli dell’infiammazione cronica? Molto semplicemente, sono il sovraccarico di carboidrati semplici e altamente trasformati (zucchero, farina e tutti i prodotti derivati) e l’eccessivo consumo di omega-6, oli vegetali come soia, mais e girasole, che si trovano in molti alimenti trasformati.
Provate a pensare di strofinare ripetutamente con una spazzola rigida la nostra pelle morbida finché non diventa tutta rossa e quasi sanguinante. Pensate di fare questo più volte al giorno, tutti i giorni per cinque anni. Se si potesse sopportare questa dolorosa spazzolatura, si arriverebbe ad avere un’area gonfia, sanguinante e
infetta che si aggrava dopo ogni ripetuto attacco. Questo è un buon modo per visualizzare il processo infiammatorio che potrebbe essere in corso nel vostro corpo in questo momento.
Il processo infiammatorio è lo stesso, indipendentemente da dove avviene, esternamente o internamente. Io ho guardato dentro migliaia e migliaia di arterie. La parete di un’arteria malata fa pensare proprio a qualcuno che la abbia ripetutamentestrofinata con una spazzola. Più volte al giorno, ogni giorno, i cibi che mangiamo creano piccole ferite che si aggiungono a ferite, stimolando l’organismo a rispondere in modo continuo all’infiammazione.
Mentre noi assaporiamo il gusto di un dolce appena cotto, il nostro corpo risponde in modo allarmante, come se un invasore straniero fosse arrivato a dichiarare guerra. Gli alimenti carichi di zuccheri e carboidrati semplici o elaborati con oli omega-6 per la lunga conservazione, sono stati il pilastro della dieta americana per sei decenni. Questi alimenti hanno lentamente avvelenato tutti.
Come mai mangiando un semplice dolce l’infiammazione aumenta fino a farti male?
Immaginate di versare dello sciroppo sulla vostra tastiera e di avere una visuale di ciò che avviene all’interno. Quando consumiamo carboidrati semplici come lo zucchero, lo zucchero nel sangue aumenta rapidamente. In risposta, il pancreas secerne insulina il cui scopo primario è quello di guidare lo zucchero in ogni cellula in cui c’è fabbisogno di glucosio. Se la cellula è piena e non necessita di glucosio, lo zucchero in eccesso viene respinto per evitare di inceppare il meccanismo.
Quando le cellule già sature rifiutano il glucosio extra, lo zucchero nel sangue aumenta, viene prodotta più insulina e il glucosio viene convertito in grasso immagazzinato.
Cosa ha a che fare tutto questo con l’infiammazione? Il livello di glucosio viene controllato in un intervallo molto breve. Le molecole di zucchero in eccesso si uniscono ad una varietà di proteine che a loro volta vanno a colpire la parete del vaso sanguigno. Questo danno ripetuto alla parete del vaso sanguigno scatena l’infiammazione. Quando si supera il livello di zuccheri nel sangue più volte al giorno, ogni giorno, è esattamente come prendere della carta vetrata e strofinarla nei tuoi delicati vasi sanguigni.
Anche se non sei in grado di vederlo, ti assicuro che è così. L’ho visto in più di 5.000 pazienti sottoposti ad intervento chirurgico in 25 anni, che hanno tutti un denominatore comune – l’infiammazione delle loro arterie.
Torniamo al nostro dolce. Questo apparentemente innocente cibo, non contiene soltanto zuccheri, viene cotto in uno dei tanti oli omega-6 come la soia. Le patatine fritte sono immerse in olio di soia, prodotti alimentari trasformati sono realizzati con oli omega-6 per aumentare la durata di conservazione. Gli omega-6 sono essenziali: sono parte di ogni membrana cellulare e controllano ciò che accade dentro e fuori la cellula – però devono essere nel giusto equilibrio con gli omega-3.
Se l’equilibrio si sposta in un eccessivo consumo di omega-6, la membrana della cellula produce sostanze chimiche chiamate citochine che causano direttamente l’infiammazione.
La dieta americana tradizionale di oggi ha prodotto uno squilibrio estremo di questi due grassi. Il rapporto di squilibrio è nell’intervallo da 15:1 ad un massimo di 30:1 a favore degli omega-6. Questo indica l’enorme quantità di citochine che causano l’infiammazione. Un giusto, ottimale e sano equilibrio nell’alimentazione, sarebbe un rapporto 3:1.
A peggiorare le cose, l’eccesso di peso provocato da questi alimenti crea cellule di grasso sovraccaricate che a loro volta riversano grandi quantità di sostanze pro-infiammatorie che vanno ad aggiungersi ai danni causati dalla presenza di zucchero nel sangue. Il processo che è iniziato con un piccolo dolce si trasforma in un circolo vizioso nel corso del tempo, portando a problemi cardiaci, pressione alta, diabete e infine, il morbo di Alzheimer, mentre l’infiammazione continua senza sosta.
Non può sfuggire il fatto che più si consumano cibi preparati e trasformati, più agiamo sull’interruttore dell’infiammazione giorno dopo giorno. Il corpo umano non è in grado di elaborare, né è stato progettato per consumare, cibi ricchi di zuccheri e imbevuti di oli omega-6.
C’è solo un modo per spengere l’infiammazione; tornare ai cibi più vicini al loro stato naturale. Per nutrire i muscoli, mangiare più proteine. Scegliere i carboidrati che sono molto complessi, come frutta e verdura. Ridurre o eliminare i grassi omega-6 come l’olio di mais e di soia e gli alimenti trasformati che causano l’infiammazione.
Un cucchiaio di olio di mais contiene 7280 mg di omega-6; uno di soia contiene 6.940 mg. E’ più salutare usare l’olio di oliva o burro da bovini allevati a fieno.
I grassi animali contengono meno del 20% di omega-6 e hanno molte meno probabilità di provocare una reazione infiammatoria rispetto agli oli polinsaturi apparentemente etichettati come sani. Dimenticate la “scienza” che vi è stata inculcata nella testa per decenni. La scienza che afferma che i grassi saturi provocano malattie cardiovascolari, non dice il vero. Il pensiero scientifico che dice che i grassi saturi aumentano il colesterolo nel sangue non è attendibile. Dal momento che ora sappiamo che il colesterolo non è la causa di malattie cardiache, la paura dei grassi saturi è ancora più assurda oggi.
La teoria sul colesterolo ha portato alle diete senza grassi, o a basso contenuto di grassi, creando cibi che stanno provocando un’epidemia di infiammazione. La Medicina tradizionale ha commesso un terribile errore quando ha consigliato di evitare i grassi saturi a favore di cibi ricchi di grassi omega-6. Ora abbiamo un’epidemia di infiammazione arteriosa che porta a malattie cardiache e ad altri “assassini silenziosi”.
Ciò che si può fare è scegliere alimenti integrali “della nonna” e non quelli trasformati e lavorati, che oggi “la mamma” acquista nelle grandi catene alimentari. Eliminando gli alimenti che provocano infiammazione e con l’aggiunta di sostanze nutritive essenziali da prodotti alimentari freschi e non lavorati, si invertirà il processo di anni di nutrizione sbagliata e conseguentemente, i danni alle arterie.
Il Dr. Dwight Lundell è stato a capo del personale e Primario di Chirurgia all’Heart Hospital Banner, Mesa, AZ. Il suo studio privato, Cardiac Care Center si trova a Mesa, AZ. Recentemente il dottor Lundell ha abbandonato la pratica chirurgica per concentrarsi sul trattamento nutrizionale delle malattie cardiache. Egli è il fondatore della Healthy Humans Foundation che promuove la salute umana con particolare attenzione su come aiutare le grandi aziende a promuovere il benessere. Egli è anche l’autore di The Cure for Heart Disease e The Great Cholesterol Lie.
Tradotto da: “La Leva di Archimede”

martedì 29 gennaio 2013

DECRESCITA



10 consigli per liberarci dal consumismo e muoverci verso la decrescita

Dalla televisione al telefonino, dall'automobile ai voli aerei, dalla grande distribuzione al consumo di carne. Bruno Clémentine e Vincent Cheynet hanno provato a stilare una lista (aperta) di consigli per liberarci dai condizionamenti che ci costringono ancora nella società dei consumi.

di Redazione - 12 Agosto 2011

televisioni
Il primo portatore di condizionamenti è la televisione. La nostra prima scelta sarà di liberarcene
1. Liberarsi dalla televisione
Per entrare nella decrescita, la prima tappa è prendere coscienza dei propri condizionamenti. Il primo portatore di condizionamenti è la televisione. La nostra prima scelta sarà di liberarcene. Così come la società dei consumi riduce l’uomo alla sua dimensione economica – consumatore -, la televisione riduce l’informazione alla superficie, l’immagine.
Media della passività, quindi della sottomissione, non smette di far regredire gli individui. Per sua natura, la televisione richiede la rapidità, non tollera i discorsi approfonditi. La televisione inquina al momento della sua produzione, durante l’utilizzo e poi come rifiuto.
Noi le preferiamo la nostra vita interiore, la creatività, imparare a fare musica, fare ed assistere a spettacoli viventi... Per tenerci informati abbiamo delle scelte: la radio, la lettura, il teatro, il cinema, incontrare gente, ecc.
2. Liberarsi dall’automobile
Più che un oggetto, l’automobile è il simbolo della società dei consumi. Riservata al 20% degli abitanti della terra, i più ricchi, porta inesorabilmente al suicidio ecologico per la distruzione delle risorse naturali (necessarie per la sua produzione) o per i diversi tipi di inquinamento tra cui l’aumento dell’effetto serra. L’automobile provoca guerre per il petrolio di cui l’ultima per data è il conflitto iracheno. L’automobile porta anche come conseguenza una guerra sociale che provoca un morto ogni ora solamente in Francia. L’automobile è uno dei flagelli ecologici e sociali del nostro tempo.
Noi le preferiamo: il rifiuto dell’ipermobilità. La volontà di abitare vicino al luogo di lavoro. Camminare a piedi, andare in bicicletta, prendere il treno, utilizzare i trasporti collettivi.
cellulari
Il telefonino è un falso bisogno creato apposta dalla pubblicità
3. Liberarsi dal telefonino
Il sistema genera dei bisogni che diventano delle dipendenze. Ciò che è artificiale diventa naturale. Come numero di oggetti della società dei consumi, il telefonino è un falso bisogno creato apposta dalla pubblicità. “Con la telefonia mobile, siete mobilitabili in un istante”. Assieme al telefonino butteremo via i forni a micro-onde, le falciatrici a motore, e tutti gli oggetti inutili della società dei consumi.
Noi preferiamo al telefonino la posta, la parola, ma soprattutto cercheremo di vivere per noi stessi invece di cercare di riempire il vuoto esistenziale con degli oggetti.
4. Rifiutare l’aereo
Rifiutare di prendere l’aereo, è prima di tutto rompere con l’ideologia dominante che considera un diritto inalienabile l’utilizzo di questo mezzo di trasporto. Però, meno del 10% degli esseri umani hanno già preso l’aereo. Meno dell’1% lo utilizza tutti gli anni. Questo 1%, la classe dominante, sono i ricchi dei paesi ricchi. Sono loro che detengono i media e fissano le regole della società. L’aereo è il mezzo di trasporto più inquinante per passeggero trasportato. A causa dell’alta velocità, sballa la nostra percezione delle distanze.
Noi preferiamo andare meno lontano, ma meglio, a piedi, sul carretto a cavallo, in bicicletta o in treno, in barca a vela, con ogni veicolo senza motore.
5. Boicottare la grande distribuzione
La grande distribuzione è inscindibile dall’automobile. Disumanizza il lavoro, inquina e sfigura le periferie, uccide i centri delle città, favorisce l’agricoltura intensiva, centralizza il capitale, ecc. La lista dei flagelli che rappresenta è troppo lunga per essere elencata qui.
Noi le preferiamo: prima di tutto consumare meno, l’autoproduzione alimentare (l’orto), poi le botteghe di quartiere, le cooperative, l’artigianato. Questo ci porterà anche a consumare meno e a rifiutare i prodotti industriali.
carne
L’alimentazione carnea è anche un grosso problema ecologico
6. Mangiare poca carne
O meglio, mangiare vegetariano. Le condizioni di vita riservate agli animali di allevamento rivela la barbarie tecno-scientifica della nostra civiltà. L’alimentazione carnea è anche un grosso problema ecologico. È meglio nutrirsi direttamente dei cereali che utilizzare il terreno agricolo per nutrire animali destinati al macello. Mangiare vegetariano, o comunque mangiare meno carne, ci porta anche una miglior igiene alimentare, meno ricca in calorie.
7. Consumare prodotti locali
Quando si compra una banana delle Antille, si consuma anche il petrolio necessario al suo trasporto verso i nostri paesi ricchi. Produrre e consumare localmente è una delle condizioni migliori per entrare nel movimento di decrescita, non in senso egoistico, chiaramente, ma al contrario perché ogni popolazione ritrovi la sua capacità di autosufficienza. Per esempio, quando un contadino africano coltiva delle noci di cacao per arricchire qualche dirigente corrotto, non coltiva di che nutrirsi e nutrire la sua comunità
8. Politicizzarsi
La società dei consumi ci lascia la scelta: tra Pepsi-Cola e Coca-Cola o tra caffè Lavazza e caffè “equo” di Max Havelaar. Ci lascia delle scelte da consumatori. Il mercato non è né di destra, né di centro né di sinistra: lui impone la sua dittatura finanziaria avendo come obiettivo di rifiutare qualunque contraddittorio o conflitto di idee. La realtà sarà l’economia: gli umani si sottomettano. Questo totalitarismo è paradossalmente imposto in nome della libertà, di consumare. Lo status di consumatore è addirittura superiore a quello di essere umano...
Noi preferiamo politicizzarci, come persone, nelle associazioni, nei partiti, per combattere la dittatura delle fabbriche. La democrazia esige una conquista permanente. Muore quando viene abbandonata dai cittadini. È ora di propagare l’idea della decrescita.
relazioni
Privilegiare la qualità della relazione con se stessi e con gli altri
9. Sviluppo della persona
La società dei consumi ha bisogno di consumatori servili e sottomessi che non desiderino più essere degli umani a tutto tondo. Questi non possono più esistere che grazie all’abbrutimento, per esempio davanti alla televisione, ai 'divertimenti' o al consumo di psicofarmaci (Prozac…)
Al contrario, la decrescita economica ha come condizione uno sviluppo sociale ed umano. Arricchirsi sviluppando la propria vita interiore. Privilegiare la qualità della relazione con se stessi e con gli altri a detrimento della volontà di possedere degli oggetti che a loro volta vi possiederanno. Cercare di vivere in pace, in armonia con la natura, non cedere alla propria violenza, ecco la vera forza.
10. Coerenza
Le idee sono fatte per essere vissute. Se non siamo capaci di metterle in pratica, serviranno solo a far vibrare il nostro ego. Siamo tutti a bagno nel compromesso, ma cercheremo di tendere alla maggior coerenza. È la scommessa della credibilità dei nostri discorsi. Cambiamo ed il mondo cambierà.
Questa lista sicuramente non è esaustiva. A voi completarla. Ma se non ci impegniamo a tendere verso la ricerca della coerenza, ci ridurremo a lamentarci ipocritamente sulle conseguenze del nostro stile di vita. Evidentemente non c’è un modo per vivere 'immacolati' sulla Terra. Siamo tutti a bagno nel compromesso, e va bene così.
Articolo di Bruno Clémentine e Vincent Cheynet, tratto da La decrescita