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lunedì 22 dicembre 2014

Carenza di potassio: sintomi e rimedi naturali

Carenza di potassio: sintomi e rimedi naturali
Martina Pugno

Anche per la carenza di potassio possiamo trovare una serie di rimedi naturali più o meno conosciuti, facilmente praticabili: vediamo quali sono.

Il potassio è parte del nostro organismo, con una percentuale pari al 5%: si tratta di un elemento importantissimo per la salute dell'uomo, che non deve mai mancare all'interno di una dieta equilibrata. Infatti svolge alcune funzioni fondamentali per il corretto funzionamento del corpo: regola la contrazione muscolare agendo sul ritmo cardiaco e la pressione arteriosa, agisce sul sistema nervoso e regola la diuresi contrastando la ritenzione idrica.



LEGGI ANCHE: 10 alimenti ricchi di potassio

Il potassio è particolarmente importante in fase di crescita, dal momento che favorisce lo sviluppo dei tessuti; inoltre, questo prezioso minerale regola la sintesi delle proteine e la produzione dell'insulina, pertanto sue eventuali carenze devono essere contrastate. Per riconoscere l'insorgenza di un livello di potassio insufficiente a garantire un ottimale stato di salute, occorre prestare attenzione ad alcuni sintomi: un senso di debolezza generalizzato e di stanchezza, crampi, perdita di tono muscolare, fino a fragilità delle ossa, ipertensione, scarsa lucidità e riflessi rallentati.



Solitamente, la normale dieta di un individuo adulto è in grado di offrire il quantitativo di potassio necessario, tuttavia una dieta ricca di prodotti da forno e di alimenti ricchi di sale, come formaggi e salumi, possono contribuire a ridurre il livello di potassio presente nell'organismo. Per ripristinare le condizioni di salute ottimali i rimedi naturali ci sono: si può agire direttamente sull'alimentazione, modificandola in modo tale da reintrodurre le quantità di potassio ideali su scala quotidiana.

Scopri le altre guide sulle carenze di vitamine:

carenza di zinco
carenza di ferro
carenza di vitamina C
carenza di vitamina B12
La buona notizia, in questo caso, è che gli alimenti ricchi di potassio sono molti: frutta e verdura in particolare, con elevate concentrazioni riscontrabili in patate, verdura a foglia larga, banane, albicocche, agrumi, prugne, fichi, pesche, uva. Il potassio è presente anche in alcuni tipi di carne, come il pollo, nel pesce, nei cereali integrali e nei legumi, con particolare concentrazione nella soia. Per quanto riguarda il consumo di verdura, vanno prediletti i piatti crudi o comunque poco elaborati, per evitare la dispersione del potassio contenuto.

Durante il periodo invernale, una buona alternativa alla frutta già citata è costituita dalla frutta secca: mandorle, noci, nocciole, pistacchi e arachidi possono contribuire al raggiungimento delle quantità di potassio indicate per la salute dell'organismo. La carenza di potassio deve comunque essere tenuta sotto controllo tramite consulto medico, e potrà necessitare anche di integratori naturali, da assumere per un periodo limitato di tempo.

mercoledì 17 dicembre 2014

Olio di canapa

LE PROPRIETA' DELL'OLIO DI SEMI DI CANAPA: dai rari omega 3 ed omega 6, alle vitamine E, B1 e B2, fino al suo uso terapeutico
L'olio di semi di canapa, è un prodotto ottenuto dalla spremitura a freddo dei semi delle piante del genere Cannabis Sativa. Insieme alle noci, ai semi di lino e ai relativi oli, l'olio di semi di canapa è una delle poche fonti alimentari ricche del prezioso acido alfa-linolenico.
L'acido linolenico è uno degli acidi grassi essenziali e appartiene al gruppo degli Omega 6. E' uno dei due acidi grassi essenziali che gli esseri umani e altri animali devono assumere con gli alimenti per mantenere uno stato di buona salute; ciò perché gli organismi lo richiedono per i vari processi biologici, ed anche perché non può essere sintetizzato, in modo endogeno, dagli stessi organismi ma occorre assumerlo con gli alimenti.
Proprietà

Nell'olio di semi di canapa troviamo i rari acidi grassi essenziali di tipo omega 3 e omega 6; il rapporto tra omega 6 e omega 3 è di 3 a 1. Oltre all'omega 3 e all'omega 6, contiene anche la vitamina E, vitamina B1, vitamina B2 e altre. Il livello di THC è molto basso, meno di una parte per milione.
Fino ad oggi non si è verificato nessun tipo di effetti collaterali derivanti dall'assunzione di olio di semi di canapa, però si sono verificati gli effetti benefici sulla salute, sia per i bambini che per gli adulti, nella prevenzione e nel trattamento delle malattie la cui base è infiammatoria.
Nell'olio di semi di canapa troviamo anche discrete quantità di vitamina A ed E (antiossidanti naturali), PP, e C. L'olio di semi di canapa ha un odore e un sapore gradevole e può essere utilizzato per condire insalata, pasta, pesce ed essere introdotto nell'uso quotidiano al posto degli altri oli di semi.
Uso terapeutico

L'olio di semi di canapa è principalmente un valido antinfiammatorio. Ne è stata inoltre dimostrata l'efficacia per la cura di diverse patologie.
Colesterolo
L'uso quotidiano di olio di semi di canapa (circa 4/5 cucchiaini al giorno) fa diminuire rapidamente gli eccessivi livelli nel sangue di colesterolo LDL (quello "cattivo") e di colesterolo totale, riducendo così anche il rischio di trombosi e abbassa, inoltre, i livelli di trigliceridi nel sangue.
Malattie cardiovascolari
L'assunzione dell'olio di semi di canapa, in sostituzione di altri olii, aiuta a prevenire e a ridurre l'arteriosclerosi ed altre malattie cardiovascolari perché mantiene più elastiche le pareti dei vasi sanguigni ed evita l'accumulo di grasso nelle arterie.
Malattie ossee e infiammazioni
Viene usato anche per la prevenzione e per la cura dell'artrosi e dell'artrite reumatoide e di altre malattie infiammatorie come l'infezione cronica della vescica, la colite ulcerativa, il trattamento del colon irritabile e della malattia di Crohn.
Sindromi ginecologiche e neurologiche
Utilissimo per la sindrome premestruale e nella menopausa; combatte l'osteoporosi e viene impiegato per curare problemi di apprendimento, deficit della memoria, difficoltà di concentrazione e mancanza di attenzione, depressione cronica e depressione post-parto.
Pneumopatie
L'olio di semi di canapa è impiegato nella cura di malattie asmatiche e affezioni respiratorie, sia delle basse che delle alte vie respiratorie.
Malattie della pelle
Data la sua potentissima azione antinfiammatoria, quest'olio è ottimo per molti problemi della pelle come: psoriasi, vitiligine, eczemi, micosi, irritazioni da allergie, dermatiti secche e per tutte le infiammazioni o irritazioni localizzate. Può inoltre migliorare le condizioni della pelle affetta da acne. Oltre che all'assunzione per bocca, si applica anche direttamente sulla zona da trattare per ridurre i pruriti e le infiammazioni. Efficace anche per la cura dei funghi alle unghie (onicomicosi).
Per l'olio di semi di canapa, come per tutti gli oli vegetali, è importante la qualità dei semi, la spremitura a freddo, la conservazione in ambiente fresco e buio per evitarne l'ossidazione e l'irrancidimento. Inconvenienti questi ultimi che vengono evitati anche con l'uso di contenitori di vetro scuro e mantenendo la bottiglia in luogo fresco o nel frigo dopo l'apertura

domenica 14 dicembre 2014

Curcuma e miele antibiotico naturale

Curcuma e miele: potente antibiotico naturale contro freddo e mal di gola


Molti di noi conoscono alla perfezione lacurcuma e le sue innumerevoli proprietà. Abbiamo visto come possa essere utilizzata per combattere i dolori e l'artrite, come sia capace di curare e prevenire il diabete. Abbiamo anche visto il Golden Milk, un'importante ricetta utile acombattere i dolori muscolari e il mal di gola, grazie all'azione antinfiammatoria della curcumina.

Pochi, però, conoscono il potere della curcuma abbinata al miele.

Il miele è da sempre considerato un antibiotico naturale. Se associato alla cannella, poi, può avere numerosi effetti benefici, utili per combattere, ad esempio: artrite, raffreddore e mal di gola.

Cosa possiamo ricavare allora, unendo il potere antibiotico del miele a quello antinfiammatorio della curcuma?

La prima cosa che possiamo dire è che questo miscuglio genera un potente antibiotico naturale che non solo distrugge i batteri che causano le più comuni malattie, ma favorisce anche le difese naturali del nostro organismo.

A differenza dei comuni antibiotici sintetici, questa sorta di farmaco naturale non ha alcun effetto negativo sulla microflora intestinale.

La curcuma, lo ricordiamo, contiene un potentissimo principio attivo che prende il nome di curcumina, capace di raggiungere più di 150 potenziali attività terapeutiche, tra cui leproprietà antiossidanti, anti-infiammatorie e anti-cancro. Il consumo di curcuma e mielemigliora significativamente la digestione e aumenta l'attività della flora intestinale.

Nella medicina Ayurvedica è uno dei più utilizzati rimedi tradizionali utili per combattere il freddo. Ai primi sintomi di mal di gola o malattie da raffreddamento, potreste decidere di ricorrere a questo "miele d'oro". Una volta preparata la miscela, potrete conservarla tre giorni, il tempo necessario per veder sparire i sintomi del vostro malessere.

Per realizzarla vi servono semplicemente: 100 grammi di miele e 1 cucchiaio di curcuma in polvere. Mescolate bene i due ingredienti e conservateli in un barattolo.

Ai primi segni di raffreddamento, prendete: durante il primo giorno mezzo cucchiaino della miscela ogni ora; durante il secondo giorno ogni due ore e durante il terzo giorno la stessa dose, solo tre volte al giorno.

Potete aggiungere questa miscela nel tè o in altre bevande calde.

La curcuma fluidifica il sangue e riduce la pressione sanguigna. Da prestare attenzione se si soffre di diabete.

La curcuma, inoltre, non dovrebbe essere assunta in caso di malattie epatiche o alle vie biliari.

Se questo rimedio viene assunto prima dei pasti, agisce sull'apparato digerente. Durante i pasti, su quello respiratorio.

L'alternativa

Esiste anche un'alternativa molto interessante a questa ricetta che vede l'aggiunta di zenzero, pepe e una spruzzata di limone.

Ecco gli ingredienti:

120 grammi di miele2 cucchiai di zenzero grattugiato2 cucchiaini curcuma in polvere1 limonepepe nero

Mescolate tutti gli ingredienti e conservate.

Questa alternativa unisce al potere antinfiammatorio e antiossidante della curcuma, quello dello zenzero che disintossica, aiuta la digestione e combatte i dolori articolari. Il pepe serve poi per aumentare la biodisponibilità della curcumina, come abbiamo visto in un nostro precedente articolo.

Anche in questo caso, la soluzione può essere consumata sciolta in una bevanda calda a piacere.

giovedì 4 dicembre 2014

Umeboshi

Le umeboshi, famose prugne giapponesi, sono in realtà una varietà di albicocche che crescono sia in Cina che in Giappone. All'inizio dell'estate vengono raccolti i frutti ancora verdi, fatti essiccare e messi sotto sale in barili di legno. Durante i successivi 6/12 mesi, si lasciano macerare le prugne avvolte da foglie di shiso (Laminaria Purpurea), la pianta che dona loro quel caratteristico colore rosso. Curiosità Le umeboshi sono state soprannominate anche "le prugne dei miracoli", grazie alle loro straordinarie proprietà benefiche. Yuto Nagatomo, un calciatore giapponese, ha dichiarato che il merito della sua resistenza fisica è dovuto alle prugne giapponesi ricche di acido citrico: aiutano a smaltire la fatica. Inoltre pare che un nocciolo di umeboshi succhiato per 3-4 ore aiuti a curare il mal di gola Proprietà Le umeboshi hanno proprietà antipiretiche, astringenti e benefiche per tutto il corpo. Usate per problemi digestivi (nausea, acidità di stomaco, indigestione), raffreddori, febbre, problemi intestinali (dissenteria, colite), aiutano anche la pulizia del fegato e dei reni grazie all'alta concentrazione di sostanze come calcio, ferro e fosforo. Gli effetti benefici di questo frutto derivano principalmente dalla combinazione tra acido citrico e sale, valido aiuto contro la stanchezza, la debolezza e i problemi di circolazione. Come usarle Dalla fermentazione delle prugne si ricava anche l'acidulato di umeboshi, detto anche aceto di umeboshi: si tratta di un condimento molto salato di colore purpureo, che può essere utilizzato al posto dell'aceto oppure così come la salsa di soia. Le prugne giapponesi si prestano per diversi utilizzi. In cucina l'acidulato, o le stesse prigne, si possono usare come condimento per insalate, verdure cotte, oppure semplicemente nell'acqua di cottura al posto del sale per aggiungere un tocco di sapore e rendere i cibi più digeribili. Per sfruttare le sue proprietà curative, invece, si può sciogliere la sua polpa in acqua bollente. Dentro i noccioli di umeboshi si trovano semi commestibili, che possono essere arrostiti in forno e ridotti in polvere. Per i Vegolosi, un antico proverbio giapponese dice: "Se avete voglia di bere acqua, prendete un'umeboshi e la vostra sete passerà".

il miso

Il Miso potente alcalinizzante

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Il miso è una pasta composta di sola soia, o con cereali (riso o orzo) e sale marino, sottoposto a fermentazione lattica per più di un anno.
E’ uno degli alimenti più antichi in Cina e Giappone, è oggi apprezzato da alcuni anni anche in Europa.
Ci sono tre tipi di miso:
  1. Il miso di sola soia, al quale occorrono almeno 2 anni per arrivare a maturità.
  2. Il miso di orzo, la sua fermentazione è più attiva di quella del miso di soia e per questo fermenta in uno/ due anni.
  3. Il miso di riso, dalla fermentazione ancora più rapida, in 12/18 mesi. E’ un miso molto dolce e per questo si usa principalmente per la preparazione di dolci.
 Il miso è un alimento eccezionale ricco di proteine( 20 %), di vitamine del gruppo e di lecitina.
Tratto da La cucina naturale di Claude ed Emmanuelle Aubert Ed. RED
Il miso è stato introdotto in Italia dai pionieri della macrobiotica, in Giappone, da secoli viene utilizzatao quotidianamente.
“La fermentazione è una forma di predigestione che rende gli alimenti più digeribili e può aiutare la nostra flora intestinale a fornire enzimi utili alla digestione.”
Consumato tutti i giorni è utile ed efficace per rafforzare e regolare l’intestino e la flora intestinale”.
Gli orientali lo considerano uno dei segreti della buona salute e della longevità.
Le proprietà di questo alimento stanno:
  • nella ricchezza dei fermenti vivi forniti all’organismo, che aiutano a risolvere i problemi digestivi,
  • nelle qualità energetiche, grazie alla lunga fermentazione,
  • nella capacità di smuovere i ristagni nell’intestino,
  • oltre ad intervenire sui punti di dilatazione o di gonfiore.
Martin Halsey scherzosamente illustra gli effetti del miso nell’organismo così:”Immaginate un esercito di piccoli giapponesi con spazzole e spugne, che puliscono tutto il tratto intestinale con grande vigore, rimettendo a posto l’intestino e l’intero tratto digestivo”.
Il miso può essere paragonato ad un dado vegetale, che si aggiunge solo a fine cottura, nelle minestre, stufati, e in varie salse e condimenti per verdure e cereali.
Il miso preparato senza cereali, è il famoso Hatcho Miso, consumato tradizionalmente dalla famiglia imperiale.
In Italia oggi il miso più usato è quello d’orzo, che abbina proprietà curative ad un leggero gusto.
Il miso è un potente alcalinizzante, ricco di enzimi attivi che stabilizzano lo stomaco e alcalinizzano il sangue, liberano la mente e fanno passare il mal di testa.
Questo alimento è quindi utile per contrastare gli effetti di un’alimentazione ricca di carne e alimenti acidificanti.
Oggi viene prodotto anche in Italia di ottima qualità; il consiglio è di utilizzare miso non pastorizzato e di qualità biologica.

venerdì 14 novembre 2014

La truffa dell' olio

La truffa dell'olio: come ti trasformo l'olio di semi in extravergine d'oliva!

Con una produzione di olio in calo del 50% secondo la Coldiretti, la questione della qualità del prodotto è sempre più attuale. Il prezioso liquido, emblema della cucina mediterranea, sotto accusa. Scopriamo da dove, effettivamente, deriva l'olio d'oliva che consumiamo tutti i giorni.


Considerato l'"oro liquido" della tradizione culinaria del nostro paese, l'olio d'oliva è sicuramente uno degli alimenti più diffusi sul nostro pianeta. Ma proprio l'olio extra vergine di oliva italiano, noto quale prodotto altamente genuino e di origine controllata, sta iniziando a perdere la sua consolidata fama a causa di varie inchieste il cui scopo è quello di scoprire la reale provenienza dell'olio commercializzato dalla grande distribuzione. Ma perché ci si prende la briga di indagare l'origine di un prodotto così comune e naturale?

Spagna, Grecia, Tunisia, Marocco. Sono i principali paesi dai quali importiamo olio. E quell'olio  –  lo hanno accertato in questi tre anni indagini giudiziarie concluse con massicci sequestri  –  in alcuni casi viene manipolato, miscelato e reimbottigliato in modo fraudolento. Mischiato con olio italiano. Corretto per lo più con beta-carotene (per mascherare il sapore) e clorofilla (per modificarne il colore). E venduto infine con etichetta "extravergine made in Italy". Olio di semi e olio di sansa sono le "basi" più utilizzate dai furbetti della tavola, per lo più sono imbottigliatori. Tecnicamente il vizietto si chiama adulterazione e contraffazione. È una scelta sleale alla quale ricorrono prevalentemente le aziende di grandi dimensioni. Questo è quello che ha scatenato l'ira del NewYork Times Olio italiano ma solo sull'etichetta, ecco la truffa che indigna l'America.


PROPRIO ITALIANO?
Cominciamo con il considerare che l'80% dell'olio d'oliva utilizzato in Italia (uno dei maggiori paesi consumatori) è composto da olio di importazione derivante da Spagna, Tunisia, Grecia e che, quindi, solo il 20% del prodotto venduto dalle note ditte nazionali è effettivamente di origine italiana, in netto contrasto con quanto dichiarato in etichetta.
Ma, vi chiederete, come è possibile riportare in etichetta il falso senza incorrere in un illecito. Semplice: conformemente ad un recente regolamento europeo, è sufficiente, affinché un olio sia considerato italiano, che venga prodotto con olive spremute in Italia anche se provenienti da coltivazioni estere. Come si dice: "fatta le legge, trovato l'inganno".
Ecco che ci ritroviamo quotidianamente a consumare olio di marche conosciute e diffusamente pubblicizzate ma per la maggior parte di origine extracomunitaria (di qualità decisamente inferiore rispetto a quello nostrano) completamente ignari del raggiro di cui siamo vittime. L'unico modo per sottrarsi a quest'ultimo consiste nell'acquistare solo olio extravergine di oliva che riporti la denominazione "d.o.p.", sigla che sta per "denominazione di origine protetta", qualifica in grado di garantire relativamente alla zona di produzione e di lavorazione del prodotto.


DI OLIVA O DI ALTRO?
Come conseguenza della pratica riguardante l'importazione nel nostro paese di olio d'oliva, viene a galla un'ulteriore inquietante questione che, ancora di più, ingarbuglia la già difficile scelta del consumatore di questo prodotto.
Parliamo della frequente pratica delle contraffazioni grazie alla quale accade spesso che giunga in Italia olio targato come olio d'oliva ma che nei paesi d'origine era tutt'altro. Questa scellerata consuetudine viene attuata per mezzo delle cosiddette "triangolazioni", ossia manovre durante le quali navi che trasportano olio di semi proveniente da paesi extracomunitari fanno sosta in un porto comunitario dopodiché giungono in Italia con un carico "prodigiosamente" trasformato in olio di oliva.


2014, anno nero per le olive.
Intanto la Coldiretti scatta una fotografia drammatica sulla campagna olivicola in via di conclusione nel nostro Paese, fortemente penalizzata dall'anomalo andamento climatico e dall'attacco di fitopatie che, mai come quest'anno, hanno compromesso i raccolti. L'associazione degli agricoltori ha calcolato infatti per il 2014 un calo della produzione nazionale del 30%, pari a 300mila tonnellate. A risentirne maggiormente sarà il Centro-Nord, con cali del raccolto tra il 35 e il 50 per cento. Anche al Sud la situazione è difficile sia in Calabria che in Puglia, che è la principale regione di produzione.
"Con questo scenario - spiega l'associazione dei coltivatori diretti - il mercato europeo dell'olio di oliva, con consumi stimati attorno a 1,85 milioni di tonnellate, rischia di essere invaso dalle produzioni provenienti dal Nord Africa e dal Medio Oriente che non sempre hanno gli stessi requisiti qualitativi e di sicurezza. Un rischio che riguarda soprattutto l'Italia, che è il principale importatore mondiale di olio per un quantitativo pari a 460mila tonnellate".


Come si trasforma l'ol

mercoledì 12 novembre 2014

Resoconto ultima riunione

PER CHI NON ERA PRESENTE IERI ALLA RIUNIONE, ABBIAMO PRINCIPALMENTE RIDISTRIBUITO ALCUNI FORNITORI..
IL NODO UN PO' PIU' SPINOSO ERA LA VERDURA, PERCHE' LA SIMO ULTIMAMENTE FA UN PO' FATICA A FORNIRCI ORTAGGI A SUFFICIENZA, QUINDI ABBIAMO PENSATO DI INTEGRARE CON ALTRI DUE FORNITORI: LA COMUNITA' <<INCONTRO>> (SE NON SBAGLIO..) E L'ORTO DI PAOLO DELLA COOPERATIVA <<IN CAMMINO>>, E PER FARE QUESTO C' E' BISOGNO DI UNA PERSONA CHE COORDINI IL TUTTO INFORMANDOSI PERIODICAMENTE SU "CHI HA COSA" E POI RUOTI GLI ORDINI IN BASE ALLA DISPONIBILITA' DEL MOMENTO. LA GLORIA PER OVVI MOTIVI DI LAVORO, CI E' SEMBRATO EVIDENTE CHE NON POTESSE FARLO E QUINDI SI E' GENTILMENTE OFFERTA VOLONTARIA PER QUEST'INCARICO  L'ANTONELLA.
L'IRENE QUEST'ANNO COME E' STATO DETTO NON POTRA' SEGUIRE I DETERSIVI, AVEVAMO PROPOSTO LA MIRIA, VISTO CHE STA' GIA' SEGUENDO L'ORDINE DEL PERCARBONATO E CHE LA MESTICHERIA FA ABBASTANZA DA SE'.... FACCI SAPERE SE ACCETTI.
LA BARBARA SI E' OFFERTA PER TROVARE FINALMENTE UN FORNITORE PER IL TONNO E LA CLAUDIA DI OCCUPARSI DEL PESCE FRESCO (SOLO PERCHE' C'E' SCAPPATO DETTO CHE IL PESCIAROLO E' DISCRETO!)
LA LAURA OLTRE CHE PER LE ARANCE SI INFORMAVA SU L'OLIO... (CHI SAPESSE DI QUALCUNO CHE CE L'HA BEN VENGA!)
DOPO QUESTO CAPPELLO, ELENCO DI SEGUITO LA LISTA DEI REFERENTI PER NON CREARE CONFUSIONE, VISTO CHE C'E' STATO QUALCHE ALTRO CAMBIAMENTO
 
ANTONELLA      verdura
LETIZIA        la casaccia (carne, latte, formaggio, patate....)
MIRIA         detersivi
MICHELA      mele e kiwi
PATRIZIA     mandorle, noci ( e ordini sporadici da ritirare al mercatino olmi)
VERONICA      carne bianca, vino... (la roba della Gabriella)
CLAUDIA      farina mulino marino
AMANDA       ricotta e pecorino fresco di mengarone  e farina di castagne
MARIATERESA       pesce
SANDRA         legumi di agribosco uova e  gestione blog
GLORIA      tesoriera
BARBARA      tonno etc.
DEBORA E BOYFRIEND      pasta etc. di girolomoni
ANNA      clementine e varie ed eventuali
STEFANIA     miele
GISELA      prodotti mercato equo solidale
LAURA      arance
 
NON SONO IN ORDINE DI IMPORTANZA, MA COSI' COME MI SONO VENUTI IN MENTE, SICURAMENTE MI SARO' SCORDATA DI QUALCOSA, CASOMAI AGGIUNGETE..
P.S. QUEST' ANNO NON ABBIAMO FATTO UN CALENDARIO CON LE SCADENZE DEGLI ORDINI, VISTO CHE POI NON VENGONO MAI RISPETTATI, PER QUESTO E' ANCORA PIU' IMPORTANTE CHE I VARI REFERENTI ( SPECIALMENTE PER GLI ORDINI SPORADICI) SIANO PUNTUALI E SOLLECITI NEL LANCIARE E CONSEGNARE GLI ORDINI OGNI TRE-QUATTRO MESI IN MANIERA DA NON RIMANERE SCOPERTI.
BUONANOTTE AMANDA 

mercoledì 5 novembre 2014

Brioche con pasta madre

Ingredienti per 8 brioche

Per il rinfresco

120 gr di pasta madre solida
100 gr di farina di farro o di frumento
70 ml circa di acqua tiepida

Per l'impasto

400 gr di farina di farro

150 ml di latte di mandorle o acqua
4 cucchiai di olio extravergine
4 cucchiai di sciroppo d'acero (o altro dolcificante naturale)
1 cucchiaino di scorza d'arancia grattugiata (scegliere arance bio)
1 pizzico di cannella in polvere

Pasta madre rinfrescata

Per la farcitura

A scelta tra (per ciascuna brioche):

1 cucchiaino di confettura di frutta
1 cucchiaino di gocce di cioccolato fondente
1 cucchiaino di crema di nocciole
Cannella, cacao e vaniglia in polvere a piacere

Preparazione

1) Rinfrescate la pasta madre. Estraetela dal contenitore di conservazione e trasferitela in una ciotola. Versate circa mezzo bicchiere di acqua tiepida e lavoratela con le dita o con un cucchiaio fino a discioglierla. Unite a poco a poco la farina e iniziate ad impastare fino a riportare la pasta madre alla consistenza iniziale. Suddividetela in due parti uguali e riponetene una in frigorifero nel contenitore di partenza. Lasciate la parte restante di pasta madre, che sarà il lievito per le vostre brioche, nella ciotola e fate trascorrere mezz'ora prima di iniziare l'impasto.

2) Per l'impasto delle brioche unite a poco a poco alla pasta madre rinfrescata la farina di farro, il latte di mandorle (o semplice acqua di rubinetto), un pizzico di sale, un pizzico di cannella, l'olio extravergine, la scorza d'arancia grattugiata e lo sciroppo d'acero. Impastate con energia fino ad ottenere un composto liscio ed elastico, non appiccicoso. Per regolare la consistenza unite, se serve, un po' d'acqua o di farina in più.

3) Per la lievitazione coprite la ciotola con un telo di cotone appena inumidito e lasciate riposare fino al raddoppio del volume dell'impasto. Preferite una lievitazione lunga. Ad esempio preparate l'impasto alla sera per infornare le brioche alla mattina.

4) Infarinate leggermente il piano di lavoro e stendete l'impasto con il matterello formando un grande rettangolo dello spessore di circa 3 millimetri. Suddividete con la rondella tagliapasta in quattro rettangoli lunghi e stretti. Dividete ogni rettangolo in due triangoli tracciando la diagonale. Avrete così ottenuto 8 triangoli.

5) Per farcire le brioche, alla base di ogni triangolo disponete il ripieno, a scelta tra un cucchiaino di confettura di frutta, un cucchiaino di gocce di cioccolato fondente (o mezzo quadratino staccato da una tavoletta di cioccolato), un cucchiaino di crema di nocciole o altra farcitura a vostra scelta. Se volete, a seconda del ripieno prescelto unite anche cannella, cacao o vaniglia in polvere.

6) Date forma alle brioche. Arrotolate i triangoli dalla base verso la punta per formare dei "cornetti". Chiudete bene gli angoli e piegateli leggermente verso l'interno. Se occorre inumidite leggermente i bordi dell'impasto per farli aderire meglio.

7) Disponete le brioche su una teglia ricoperta di carta da forno, ben distanziate una dall'altra. Il consiglio è di lasciarle riposare ancora una mezz'ora prima di infornarle. Cuocete le vostre brioche con la pasta madre in forno ventilano e preriscaldato a 180°C per circa 15 minuti, fino a doratura.

8) Per chi non ha la pasta madre o per quando avete poco tempo a disposizione, potete utilizzare in sua sostituzione un cubetto di lievito di birra fresco o una bustina di lievito di birra in polvere (7 grammi) per un impasto da preparare con 500 grammi di farina. In questo caso i tempi di lievitazione saranno ridotti rispetto alla pasta madre. Attendete comunque sempre il raddoppio del volume dell'impasto prima di iniziare a preparare le brioche.

martedì 4 novembre 2014

Erboristeria & Salute: 4 lezioni a ingresso libero

Nel mese di Novembre, ogni giovedì alle 21.30, vi proponiamo 4 lezioni ad ingresso libero sul tema "Erboristeria & Salute", che si terranno nelle sale dell'Associazione Archeosofica di Pistoia (piazza dello Spirito Santo, 1).
Nel primo appuntamento, giovedì 6 novembre, la dottoressa Stefania Fineschi (biologa e nutrizionista) parlerà di: Distillazione, Alchimia e Oli Essenziali.
Conosciuti fin dall'antichità, gli oli essenziali che si estraggono dalle piante, sono da sempre piacevolmente utilizzati per la loro capacità di dare sollievo grazie ai deliziosi profumi che emanano. Ma le proprietà di queste sostanze non si limitano al loro piacevole odore, tutt'altro. Le essenze vegetali hanno infatti capacità curative inaspettate e molto potenti, ancora in parte da chiarire, come da chiarire restano il meccanismo attraverso il quale agiscono sulla struttura umana e la loro funzione all'interno degli organismi vegetali che li producono. Non a caso negli ultimi decenni valenti ricercatori si sono dedicati allo studio di queste potenti (e quindi non innocue) armi per la difesa della salute psico-fisica, anche per l'interesse che destano le loro capacità di agire non solo da potenti antibiotici in grado di non innescare il meccanismo della farmaco - resistenza, ma anche di avere un'azione diretta sullo psichismo umano, essendo in grado di modificare l'umore.
Durante la serata si potrà assistere in diretta alla distillazione di un'essenza vegetale, osservando in dettaglio tutte le fasi dell'estrazione.
I successivi appuntamenti saranno:
13 novembre: ANTICHI RIMEDI ERBORISTICI, insieme alla dottoressa Francesca Vercelli di Torino;
20 novembre: L'ARTE DELLE PREPARAZIONI OFFICINALI, con la dottoressa Laura Monducci Poli;
27 novembre: IL FUTURO DELLA FITOTERAPIA, ultimo appuntamento, insieme alla dottoressa Stefania Fineschi.
Vi aspettiamo numerosi! Cordiali saluti.
Elena Meacci - Associazione Archeosofica di Pistoia
Per informazioni:
Tel. 0573 21414
e-mail:info.pistoia@boxletter.net
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venerdì 10 ottobre 2014

Percarbonato

Il percarbonato di sodio è uno sbiancante eco-compatibile e non inquinante. Nei detersivi ha sostituito il perborato di sodio. Svolge allo stesso tempo una azione sia detergente che sbiancante. 

La sua efficacia è dovuta ad una reazione chimica di decomposizione di carbonato di sodio e acqua ossigenata.

Proprietà del percarbonato

Il percarbonato viene utilizzato principalmente per sbiancare naturalmente il bucato, per igienizzarlo e per rimuovere le macchie. E' il sostituto ecologico ideale della candeggina che, bisogna ricordarlo, è purtroppo altamente inquinante. La sua efficacia sbiancante è maggiore rispetto a quella del bicarbonato di sodio.

Esso è in grado di schiarire i capi ingrigiti ed ingialliti, riportandoli al loro splendore naturale. Risulta delicato sui capi colorati, in merito ai quali svolge un'azione igienizzante. I capi bianchi e chiari grazie al percarbonato di sodio ritrovano la loro naturale luminosità. Igienizza, smacchia e sbianca a basse temperature, già a soli 30°C, permettendo dunque di effettuare lavaggi a risparmio energetico e di acqua calda in lavatrice.

Inoltre, migliora il lavaggio in presenza diacque dure, permettendo di ottenere un bucato più soffice. L'efficacia del percarbonato non si limita però al solo bucato, che può essere anche impiegato in lavastoviglie, per lavare i piatti a mano e per la pulizia della casa. Non contiene enzimi, tensioattivi o sbiancanti ottici, né fosforo o allergeni. Può essere mescolato al detersivo liquido o in polvere.


Attenzione: il percarbonato non è adatto per i capi in lana, lino, pelle o seta.

Come usare il percarbonato

1) In lavatrice

Per effettuare un normale bucato in lavatrice, si consiglia di utilizzare un cucchiaio di percarbonato da versare nel cestello, in aggiunta al detersivo liquido o in polvere. La sua azione è igienizzante e smacchiante. Si utilizzeranno due cucchiai di percarbonato per le macchie più ostinate.

2) Bucato a mano

Anche per il bucato a mano è possibile utilizzare il percarbonato, aggiungendone un cucchiaio all'interno del catino nel quale si effettuerà il lavaggio, che potrà essere accompagnato da un detersivo ecologico liquido o da sapone naturale.

3) Prelavaggio

L'impiego del percarbonato è utile per ilprelavaggio a mano, nel caso in cui si desideri agire prontamente sulle macchie che appaiono particolarmente ostinate, ancora prima del lavaggio vero e proprio. E' possibile dunque lasciare in ammollo i capi da lavare in acqua tiepida con l'aggiunta di un cucchiaio di percarbonato e di un misurino di detersivo liquido ecologico.

4) Pannolini lavabili e abiti per bambini

Pannolini lavabili e abiti delicati dei neonati e dei bamnini possono essere igienizzati in modo ecologico e naturale grazie al percarbonato di sodio, che sostituirà così iprodotti sbiancanti e disinfettanti non ecologici comunemente in vendita. Aggiungetene uno o due cucchiai durante l'ammollo dei capi, il lavaggio a mano o in lavatrice.

5) Stoviglie

Il percarbonato di sodio puro può essere anche utilizzato in lavastoviglie o per il lavaggio a mano di piatti pentole e posate. Nel caso del lavaggio a mano, lo si utilizzerà per igienizzare gli oggetti, grazie ad un breve ammollo in acqua (l'azione igienizzante del percarbonato inizia a 30°C ed è ancora più efficace a 50°C). Può essere aggiunto in lavastoviglie per igienizzare anche lo stesso apparecchio durante il lavaggio dei piatti o in un ciclo a vuoto. La quantità indicativa è di un cucchiaino da unire al detersivo, ma è bene regolarsi con le dosi suggerite sulle confezioni dei vari prodotti.


6) Macchie ostinate

E' possibile pretrattare le macchie ostinate con del percarbonato di sodio puro prima dipassare al lavaggio. E' sufficiente cospargerle con un po' di prodotto, inumidire con acqua tiepida, lasciare agire per dieci minuti e poi procedere al lavaggio.


7) Pulizia della casa

Il percarbonato può essere utilizzato per lapulizia delle superfici lavabili e resistenti della casa, come sanitari, piastrelle, fornelli e pavimenti. In un litro d'acqua, all'interno di uno spruzzino, è sufficiente sciogliere un cucchiaio di percarbonato e un cucchiaio di detersivo o sapone liquido ecologico. Si possono aggiungere inoltre 10-15 gocce di olio essenziale di limone, lavanda o eucalipto per profumare e aumentare il potere igienizzante. Il liquido deve essere spruzzato sulle superfici, da passare con un panno asciutto.

Acido citrico

ACIDO CITRICO PURO, ANIDRO E MONOIDRATO


uso dell'acido citrico:
* Nell'industria alimentare è usato (con la denominazione E 330) come acidulante e conservante.
 * Nei detersivi viene usato come agente sequestrante del calcio, per ridurre gli effetti della durezza dell'acqua.
L'acido citrico è uno degli acidi più diffusi negli organismi vegetali ed è un prodotto metabolico di tutti quelli aerobici. Il succo di limone ne contiene il 5-7%, ma è presente anche in quasi tutta la frutta, nei legni, nei funghi, nel tabacco, nel vino e persino nel latte.
L'importanza dell'acido citrico (risp. dei suoi sali e citrati) è data dal fatto che è un importante prodotto intermedio nel catabolismo dei carboidrati di tutti gli esseri viventi aerobici (incluso l'uomo). 

Acido Citrico monoidrato puro       

ANTICALCARE PER IL BAGNO E PER LE PARTI CROMATE
AMMORBIDENTE PER LAVATRICE
DISINCROSTANTE PER LAVATRICE
BRILLANTANTE PER LAVASTOVIGLIE
FISSATORE DEI COLORI SCURI
DISTRICANTE E BALSAMO BRILLANTANTE PER CAPELLI

Modalità d'uso:
Preparando una soluzione al 20% *(sciogliere 200/250 grammi di acido citrico in 1 litro di acqua distillata) è possibile utilizzarla:
Su tutte le superfici lavabili: 
applicare la soluzione  per eliminare le incrostazioni calcaree, lasciare agire qualche minuto quindi risciacquare.
-IN LAVATRICE  :
si può usare l'acido citrico come disincrostante . Ogni mese versare 1 litro di una soluzione al 20% direttamente nel cestello vuoto e avviare un programma ad alta temperatura.
-IN LAVATRICE :
come ammorbidente versare 100 ml di soluzione pronta nella vaschetta dell'ammorbidente.
-IN LAVASTOVIGLIE : 
come brillantante , riempire la vaschetta del brillantante con una soluzione al 20% 
-NEL WC :
50 ml di soluzione da lasciare lì anche tutta la notte, al mattino una spazzolata e il wc risplende di luce propria...
-SULLE MACCHIE DI RUGGINE :
con una siringa mettere goccia su goccia finchè la macchia sparisce. Non funziona sempre, ma sul cotone da risultati decenti.
-COME ANTIINFELTRENTE :
i soliti 50 ml in 5 litri d'acqua, mettere in ammollo il golfino infeltrito e spesso si recupera . Risciacqua poco in acqua fredda. 
-ANTICALCARE PER LE PENTOLE:
 Pentole d'acciaio con aloni di calcare ,  sulla spugna puro o con un po' di detersivo per piatti.
-PER FISSARE I COLORI SCURI :
(blu, marroni e neri) 100 ml di soluzione in 5-6 litri d'acqua; ammolla il capo che rischia di stingere per 24 ore o più, poi lavi con detersivo leggero in acqua fredda. Funziona sia col cotone che col lino, sulla lana non so. I jeans si mantengono ottimamente  per un sacco di lavaggi.
-DISTRICANTE E LUCIDANTE PER CAPELLI :
50/100 ml  di soluzione in un litro d'acqua ultimo risciacquo e i capelli brillano soffici e leggeri
* al 15% se si tratta di Acido citrico anidro puro

Conservare il contenitore dell'acido citrico ben chiuso , in luogo fresco, asciutto e al riparo dalla luce.
Non mescolare con altri additivi. Non usare direttamente sui tessuti.
Non utilizzare su marmo e pietre, legno, tutte le superfici sulle quali è sconsigliato l'uso di sostanze acide.

mercoledì 23 aprile 2014

Video tumori e alimentazione

http://www.iene.mediaset.it/puntate/2014/04/16/viviani-alimentazione-e-tumori_8555.shtml

Con l’alimentazione ha sconfitto il cancro,per i medici aveva 9 mesi di vita

Quando Stamatis Moraitis nativo greco viveva negli Stati Uniti, li è stato diagnosticato un cancro ai polmoni gli hanno detto che gli erano rimasti nove mesi di vita. A quel tempo, era nella metà degli anni Sessanta. Ecco uno sguardo alla sua linea temporale, ma non preoccupatevi di rompere una scatola di fazzolettini: sei mesi nel suo viaggio, ha iniziato a sentire molto meglio. Venticinque anni dopo, quando andò a visitare i suoi medici statunitensi durante un viaggio dal  isola greca, Ikaria, ha saputo che erano morti i suoi medici. Oggi, lui è vive al massimo la vita a 98 anni.

Cibi freschi e sani sono la chiave della lotta contro il cancro

Il suo segreto? Oltre a circondarsi di amore nei rapporti con amici e familiari e fare tantissimo esercizio, egli pianta alimenti nel suo giardino curai il suo uliveto quotidianamente. Egli oggi è privo di cancro, semplicemente a causa dello stile di vita che vive in Grecia, è stata sua scelta rifiutare la chemioterapia e farmaci qualsiasi tipo. Medicina mente-corpo, il medico  fondatore del programma Medicina del Health Institute, e la Dottoressa. Lissa Rankin, lei ritiene a pieno che si possa  imparare da Moraitis. Suggerisce di prendere spunto da persone come lui che hanno vissuto a lungo, una vita sana, soprattutto a fronte di una malattia pericolosa per la vita. Uno dei suoi migliori suggerimenti è quello di "mangiare verdure, evitare i prodotti di origine animale, consumare grandi quantità di olio d'oliva, evitare alimenti trasformati … "e di rimanere circondati da gente simile.

I migliori alimenti per aiutare a combattere il cancro al polmone

Mentre la maggior parte della frutta e verdura fresca sono nutrienti per il corpo, quelli determinati in particolare spiccano quando si tratta di combattere il cancro al polmone . Secondo il Journal of National Cancer Institute , persone che mangiano regolarmente mele ha il 60% ha meno rischio di cancro al polmone rispetto a coloro che non consumano frutta ricca di flavonoidi. Altri alimenti legati alla prevenzione del cancro al polmone sono,verdure come  cavoli e broccoli. L'olio d'oliva,in gran parte di una dieta mediterranea, ha anche dimostrato che riduce il rischio di tumori del colon e del cancro al seno. Il consumo di olio extra-vergine d'oliva nel'arco della giornata può essenzialmente disattivare le cellule tumorali che cercano di sopravvivere e distruggere il corpo. E 'stato dimostrato anche l'efficacia nel mantenere a bada una serie di altri tipi di tumori, come cancro al seno e cancro allo stomaco.  (Fonte )

Tratto da pubblicaweb.com

domenica 20 aprile 2014

Ricette vegetariane e vegane di pasta

http://www.greenme.it/mangiare/vegetariano-a-vegano/3575-lasagne-vegetariane-vegan-ricette?showall=&start


http://www.greenme.it/mangiare/vegetariano-a-vegano/3518-ricetta-della-pasta-alla-carbonara-tutte-le-varianti-vegetariane-e-vegan


http://www.greenme.it/mangiare/vegetariano-a-vegano/3575-lasagne-vegetariane-vegan-ricette

Lasagne vegetariane e vegane

Lasagne vegetariane. Dopo avervi proposto diverse varianti di carbonara vegetariana, per questa settimana, volevamo darvi qualchevariante vegetariana e vegan della tipica lasagna al forno bolognese con ragù di carne e besciamella. Sostituendo i classici ingredienti con prodotti di origine vegetale o aggiungendo delle verdure fresche di stagione, preparerete un piatto unico e sostanzioso che farà ricredere i vostri ospiti e a cui vi toccherà servire un bis!

E prima di iniziare a cucinare ricordatevi di preriscaldare il forno a 180°. Tutte le ricette si intendono per 4 persone.

LASAGNE VEGAN

Lasagna Vegan al sugo di Seitan e Piselli

Ingredienti

500g di Seitan (mezzo alla piastra mezzo lavorato a mano)300g di Piselliun barattolo di salsa di pomodoro1 Cipolla1 Sedano1 Carota1 spicchio d'aglio½ bicchiere di vino rossorosmarino500g di lasagne di semola (di quella da sbollentare senza uova)olio d'oliva

Per la besciamella

6 cucchiai di farina½ litro di latte di soia170g di burro di soia

Preparazione

Fate soffriggere in po' d'olio la cipolla con il sale e il rosmarino a pezzettini.

Aggiungete la carota ed il sedano (tritati) e fate soffriggere a fiamma bassa per almeno 10 minuti.

Fate cuocere finché il tutto non diventa abbastanza morbido e a questo punto aggiungete il seitan tritato. Fate soffriggere ancora per qualche minuto poi versate ½ bicchiere di vino rosso e lasciatelo svaporare a fiamma viva. Aggiungete la passata di pomodoro con i piselli e salate. Fate cuocere per circa 40 minuti.

Ora preparate la besciamella facendo sciogliere il burro di soia (almeno 170g) a fuoco bassissimo e aggiungete la farina mescolando molto bene senza far formare grumi, aggiungete un po' alla volta ½ litro di latte di soia continuando a mescolare con la frusta facendo amalgamare il tutto a fuco spento.

Sbollentate la pasta in acqua salata e passatela sotto l'acqua fredda per non farla attaccare.

Quando avrete tutto ben pronto ungete una teglia con un po' d'olio e mettete un po' di sugo sul fondo poi iniziate facendo un primo strato di pasta, sugo ( con verdure e seitan) e besciamella e così via finché non avrete finito gli ingredienti.

Se gradite potete terminate con una spolverata di  tofu grattugiato ed infornate per circa 40minuti.

Servite la vostra deliziosa lasagna veganmolto calda.

Lasagne Vegan con Ricotta di Soia e Spinaci

Ingredienti

500g di Lasagna di semola (da sbollentare senza uova)500g di Spinaci500g di ricotta di soia1 cucchiaio di zucchero (opzionale)1 tazza di latte di soia o di riso1 spicchio di limone2 spicchi d'agliobasilico tritato a piacereun barattolo di salsa di pomodorooliosale

Preparazione

Cuocete gli spinaci facendoli bollire in acqua salata e conservate l'acqua di cottura.

A questo punto sbollentate le sfoglie di lasagna nell'acqua conservata e scolatele lasciandole raffreddare, cercando di non farle attaccare.

Versate la ricotta di soia, il latte, l'aglio tritato finimente, il succo di limone, il basilico ed il sale in frullatore e fate amalgamare bene.

Poi versate il tutto in un contenitore abbastanza grande in cui aggiungerete anche gli spinaci e mescolate tutto fino ad ottenere un composto omogeneo, una crema morbida.

Ora prendete una teglia da forno e dopo averla unta bene cospargetela con la salsa di pomodoro, poi mettete sopra uno strato di pasta e successivamente la ricoprirete con il composto di ricotta di soia e spinaci. Continuate con lo stesso ordine: salsa di pomodoro, pasta, la crema di spinaci e ricotta, finché non avrete finito tutti gli ingredienti. Terminate con uno strato di pasta e versateci sopra ancora un po' di salsa di pomodoro.

Infornate il tutto per 40 minuti circa.

Servite e mangiate prima che si raffreddi!

Lasagna Vegetariana con Verdure croccanti e Ricotta

Ingredienti

2 melanzane1 zucchina1 peperone rosso150g di funghiun barattolo di salsa di pomodoro2 cipolle rosse di dimensioni medie400g di ricotta fresca200g di mozzarella, tritata50g di parmigiano grattuggiato500g di lasagne già pronte da bollire2 cucchiai di prezzemolo tritato2 cucchiai di basilico tritatoolio d'olivasale marinopepe nero

Preparazione

Tagliate le melanzane, la zucchina e il peperone a fettine sottili secondo la lunghezza. Tritate i funghi finimente.

Ungete ben bene con l'olio una teglia da forno media dove metterete le verdure.

In una padella fate soffriggere la cipolla sminuzzata con un po' d'olio e versate le verdure. Fatele rosolare, poi dopo averle salate e pepate, cuocetele in forno per almeno 40 minuti. Una volta cotte aggiungete la salsa di pomodoro.

 

In una ciotola unire la ricotta, il parmigiano e la mozzarella, mescolate e aggiungete il basilico con il prezzemolo. Frullate il tutto fino ad ottenere una morbida salsa.

Fate sbollentare le lasagne in acqua salata e passatele sotto l'acqua fredda (per evitare che si attacchino).

A questo punto prendete un'altra teglia abbastanza grande, ben unta, e cospargetela con  la salsa di pomodoro e sopra posat

Okara: 10 ricette con gli "scarti" del latte di soia.

Piu' informazioni su:okarasoiaricette

L'okara è la polpa di soia - composta essenzialmente da fibre e amido - che rimane dopo la preparazione del latte vegetale a partire dai fagioli di soia, che sono stati lasciati in ammollo e poi cotti. L'okara non è una parte di scarto, ma una risorsa preziosa. 

La potrete infatti utilizzare per lapreparazione di numerose ricette, dal pane fatto in casa, alla pizza, fino ai crackers e ai biscotti.

Ecco tante ricette a cui ispirarvi.

1) Grana vegan con okara

Il blog Le Vegandelizie di Concita spiega come preparare del "formaggio grana" in versione vegan, proprio utilizzando l'okara. A questo ingrediente di base potrete abbinare mandorle pelati, anacardi, pinoli e lievito alimentare in scaglie. Insaporite con un pizzico di pepe bianco. Qui la ricetta completa.

fonte foto: blogspot.it

2) Pane di soia con okara

Ecco un'altra idea molto interessante per utilizzare l'okara di soia. Si tratta di inserirlo tra gli ingredienti per preparare il pane fatto in casa. Il blog La Nuez Moscada suggerisce di realizzare l'impasto con la pasta madre liquida, e di abbinare la farina di soia alla semola di grano duro. Qui la ricetta completa.

fonte foto: lanuezmoscada-cocina.blogspot.it/

3) Polpettone vegetale con okara

Avevate mai pensato di preparare un gustosopolpettone con soli ingredienti vegetali? Il blog Humangraphia suggerisce di unire all'okara di soia cipolle, carote, capperi, erbe aromatiche e fecola di patate, così da formare un composto che potrete inserire in uno stampo per la cottura in forno. Qui la ricetta completa.

fonte foto: humangraphia.com

4) Maltagliati di okara

A partire dall'okara di soia potrete preparare persino la pasta fresca e azzerare ogni tipo di spreco. Il blog The Cooking Sisters spiega passo passo come preparare i maltagliati a partire dall'okara, dalla farina di tipo 2 e dalla semola di grano duro. Con lo stesso impasto potrete anche realizzare orecchiette o gnocchetti. Qui la ricetta.

fonte foto: thecookingsisters.com

5) Crackers di okara

Con l'okara rimasta dalla preparazione di 1 litro di latte di soia potrete realizzare deicrackers fatti in casa. Potrete arricchire i vostri crackers nomade con i semi di sesamo o con il gomasio. Dopo aver ottenuto un impasto elastico, stendetelo in modo sottile e ritagliate i vostri crackers di okara. Qui la ricetta completa.

fonte foto: http://cucinalkemika.blogspot.it

6) Biscotti di okara

Tra le ricette da realizzare con l'okara non poteva mancare quella dei biscotti per la colazione. Il blog Franci Loves Cooking propone dei biscotti simili ai frollini, dolcificati con zucchero di canna grezzo e arricchiti con la scorza di limone o con la cannella. Qui la ricetta completa.

fonte foto: francilovescooking.com

7) Crocchette di okara

Le crocchette di okara sono una delle preparazioni più popolari a base di questo ingrediente. Per formare le crocchette potrete unire all'okara delle patate lessate e schiacciate, come suggerisce il blog Povero Vegano. Vi servirann

martedì 8 aprile 2014

Re: finalità di un gas

sandra ortu <sandrao@hotmail.it> ha scritto:

GASpita
Finalita di un gas
"Quando un gruppo di persone decide di incontrarsi per riflettere sui propri consumi e per acquistare prodotti di uso comune, utilizzando come criterio guida il concetto di giustizia e solidarieta', da' vita a un GAS.

Finalita' di un GAS e' provvedere all'acquisto di beni e servizi cercando di realizzare una concezione piu' umana dell'economia, cioe' piu' vicina alle esigenze reali dell'uomo e dell'ambiente, formulando un'etica del consumare in modo critico che unisce le persone invece di dividerle, che mette in comune tempo e risorse invece di tenerli separati, che porta alla condivisione invece di rinchiudere ciascuno in un proprio mondo (di consumi).

Essere un GAS perciò non vuole dire soltanto risparmiare acquistando in grandi quantitativi, ma soprattutto chiedersi che cosa c'e' dietro a un determinato bene di consumo: se chi lo ha prodotto ha rispettato le risorse naturali e le persone che le hanno trasformate; quanto del costo finale serve a pagare il lavoro e quanto invece no."
GASpita candeglia pistoia
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mail :gaspitacandeglia@gmail.it
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http://gaspitacandeglia.blogspot.it

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giovedì 13 marzo 2014

contatti

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gestione blog, fb e contatti rete gas
sandra  sandrao@hotmail.it








LA SCONVOLGENTE VERITA’ SULLA RAFFINAZIONE DELLA FARINA BIANCA (quella che usiamo quotidianamente)

LA SCONVOLGENTE VERITA’ SULLA RAFFINAZIONE DELLA FARINA BIANCA (quella che usiamo quotidianamente)

LA SCONVOLGENTE VERITA’ SULLA RAFFINAZIONE DELLA FARINA BIANCA (quella che usiamo quotidianamente)
Se non hai mai sentito parlare di alimentazione naturale, quello che leggerete potrebbe davvero sorprendervi, ed è probabile che vada ad intaccare delle convinzioni profonde sul cibo che ci portiamo dietro dalla nascita, e che la nostra tradizione italiana non ci aiuta di certo a smussare.
LA SCONVOLGENTE VERITA’ SULLA RAFFINAZIONE DELLA FARINA BIANCA
LA FARINA BIANCA RAFFINATA
Per farina bianca raffinata intendo la farina che abitualmente è presente sulle nostre tavole sotto forma di pane, pasta e dolci.
Questo tipo di prodotto industriale che non ha quasi più niente di naturale è stato privato di 2 parti fondamentali del seme del grano: La crusca all’esterno ed il germe all’interno (l’embrione).
Una dieta basata principalmente su questo prodotto è la causa principale di malnutrizione, costipazione, stanchezza e numerose malattie croniche.
Se ci pensi bene si tratta di un prodotto abbastanza recente, il pane comune infatti fino a poco tempo fa esisteva esclusivamente in forma integrale.
Solo negli ultimi 50 – 60 anni è stato introdotto il pane bianco, simbolo di un progresso economico e tecnologico che non ha tenuto conto della salute degli esseri umani.
Un grano troppo impoverito
Negli anni ’50 inoltre il frumento è stato vittima di profonde trasformazioni genetiche da parte dei più grandi agronomi italiani. La ricerca genetica, di un frumento che garantisse grosse produzioni e resistentissimo agli eventi esterni, ha creato un grano troppo impoverito, quasi completamente privo di sostanze nutritive.
Farine arricchite
Addirittura sono nate delle farine arricchite proprio per soccorrere alla mancanza di questi nutrienti. Quindi le grosse industrie di raffinazione del grano aggiungono 4-5 vitamine e minerali inorganici, pensando così di compensare le 15-20 o più sostanze che si trovano nella crusca e nel germe. (senza considerare le fibre…)
Ma vediamo su cosa influisce il consumo eccessivo di farina bianca:
Più prodotti raffinati una persona mangia più insulina deve essere prodotta dall’organismo.
L’insulina favorisce il deposito di grasso, il passaggio ad un rapido aumento di peso e di trigliceridi elevati, che può portare a malattie cardiache. Nel tempo, il pancreas diventa così carico di lavoro che la produzione di insulina si blocca, e ipoglicemia (poco zucchero nel sangue) o diabete vengono a galla.
Non è un caso che il diabete sia una delle malattie più diffuse negli ultimi decenni. Ci sono bambini che nascono già diabetici negli Usa a causa degli errori alimentari dei loro genitori e in Italia la percentuale di celiachia e intolleranza al glutine (presente nel frumento) cresce ogni anno del 10 %.
Inoltre la farina di grano raffinata è il combustibile che alimenta le infezioni e gli alti livelli di zucchero nel sangue creando un terreno fertile per batteri dannosi ed un conseguenteindebolimento del sistema immunitario.
Ma non è tutto qui, purtroppo la situazione è anche peggio.
Perché il colore del pane bianco è così bianco,
quando la farina di grano da cui è stato prelevato non lo è?
Il motivo è semplice: la farina usata per fare il pane bianco è sbiancata chimicamente, proprio come quando usi la candeggina per sbiancare i tuoi vestiti.
Così, quando mangi il pane bianco, mangi anche i residui chimici degli sbiancanti.
I mulini industriali usano prodotti chimici differenti per lo sbiancamento,  ma sono tutti abbastanza nocivi.
Eccone alcuni: l’ossido di azoto, di cloro e nitrosyl e perossido di benzoile miscelato con sali chimici vari.
Un agente sbiancante, l’ossido di cloro, combinato con le proteine qualunque siano, ancora rimaste nella farina, produce allossana.
L’allossana è velenosa, ed è stata utilizzata per produrre il diabete in animali da laboratorio. L’ossido di cloro serve anche ad allungare la durata di conservazione della farina, ma non è propriamente salutare.
Inoltre, nel processo di produzione di farina bianca, la metà degli acidi grassi insaturi, che sono ad alto valore alimentare, si perdono nel processo di fresatura , e praticamente tutta la vitamina E è perduta con la rimozione di germe di grano e crusca.
Come risultato, il resto della farina del pane bianco che si acquista, contiene solo proteine di scarsa qualità e amido modificato.
Ma non è tutto per quanto riguarda la perdita di sostanze nutritive.
Circa il 50% di tutto il calcio, il 70% di fosforo, l’80% di ferro, il 98% di magnesio, il 75% di manganese, il 50% di potassio, e il 65% del rame vengono distrutti.
Se questo non fosse abbastanza grave, circa l’80% di tiamina, il 60% di riboflavina, il 75% di niacina, il 50% di acido pantotenico, e circa il 50% di piridossina sono inoltre persi.
E non è ancora finita…
Gli zuccheri semplici e i carboidrati raffinati (farina bianca, pasta, lavorati, cibi devitalizzati, etc..) richiedono poco metabolismo ed entrano nel flusso sanguigno rapidamente.
improvviso aumento di zuccheri
Il pancreas, l’organo che regola la quantità di insulina che viene rilasciata nel sangue, è indaffarato dall’ improvviso aumento di zuccheri.
Il risultato di tutto questo è una forte diminuzione della glicemia (solitamente entro un’ora), e una conseguente sensazione di letargia, confusione mentale, debolezza e senso falso di “fame!
Tutti questi problemi portano una forte acidità
che considero una delle cause principali di ogni malattia.
Come se non bastasse, questo fa in modo che lo zucchero causi l’aumento di peso, non solo a causa del suo innaturale contenuto calorico, ma in realtà perché altera il metabolismo!
Che cosa significa ciò?
Ecco cosa significa: se due gruppi di persone sono alimentate con lo stesso numero esatto di calorie, ma un gruppo prende le sue calorie dello zucchero e da prodotti raffinati, mentre l’altro gruppo consuma le calorie sotto forma di cereali integrali, frutta e verdure, il primo gruppo aumenta di peso, mentre l’altro no.
Questa constatazione ci viene da studi pubblicati da parte del Ministero della Salute degli USA
Farina bianca  ”arricchita”
Come abbiamo visto quindi poche sostanze nutritive sintetiche sono aggiunte nuovamente alla farina bianca che viene poi chiamata “arricchita”.
In realtà non c’è stato alcun reale “arricchimento” del prodotto originale, ma l’inganno e la distruzione della vita di una delle tante creazioni perfette che troviamo in natura.
I ratti di laboratorio di solito muoiono in una settimana-dieci giorni,
quando sottoposti ad una dieta a farina bianca raffinata.
Ultimo avvertimento:
Falsi cereali integrali
Non lasciarti ingannare da prodotti che vengono pubblicizzati come cereali integrali, ma effettivamente non lo sono. Possono avere una qualche quantità di cereali integrali all’interno, ma ci possono essere un sacco di altri ingredienti inutili e malsani.
Per esempio, se il pane è morbido, è molto difficile che sia davvero integrale. Assicurati di leggere tutti gli ingredienti con cura su tutti i prodotti che compri.
Se hai ancora la tendenza a mangiare cereali, acquista soprattutto cereali integrali in chicchi, ce ne sono di innumerevoli qualità e tutti buonissimi.

petizione contro i pesticidi

POTETE FIRMARE ANCHE MERCOLEDI' AL "GASPITA" PRESSO IL CIRCOLO DI CANDEGLIA DALLE 18 ALLE 19.


Appello ai Sindaci dei Comuni delle Province di Pistoia Prato Firenze

I Cittadini sottoscrittori di questo appello
Considerato
che il Principale dovere di ogni Sindaco è la tutela della salute pubblica e
Verificato
 il perdurante uso massiccio di prodotti chimici di sintesi quali concimi, diserbanti, funghicidi e insetticidi in ogni attività agricola convenzionale ed in particolar modo nei vigneti, negli uliveti,  nei vivai e nelle coltivazioni di ortaggi
CHIEDONO
 che i Sindaci tutelino la salubrità della terra, dell'aria, dell'acqua e  del cibo, e così  tutelino effettivamente la  salute, a partire da iniziative immediatamente attuabili in ottemperanza alla legge  n. 150 del 2012
che venga incrementato e reso pubblico il monitoraggio sulle sostanze prioritarie  secondo la direttiva
2000/60/CE
ed  il decreto 14 aprile 2009, n. 56, contenente criteri tecnici per il monitoraggio obbligatorio degli standard di qualità ambientale in grado di garantire protezione contro l’esposizione a contaminazione dalle suddette sostanza
VIETANDO
l'uso di qualsiasi diserbante, insetticida e pesticida  in prossimità di edifici, strade, fossi e corsi d'acqua e
PRESCRIVENDO
l'obbligo di apposita segnaletica di pericolo sui terreni trattati con i prodotti sopracitati,
PROMUOVENDO
l'agricoltura biologica e biodinamica ed ogni altra pratica agricola che non faccia ricorso ai prodotti chimici di sintesi.


Sede ABC, via Erbosa n. 12 c/o Circolo Bugiani Pistoia
Questa Petizione vuole essere un'inizio di partecipazione per far contare di più i cittadini nelle scelte che fanno le amministrazioni per il rispetto dei BENI COMUNI ,
che sono patrimonio di tutti indipendentemente dalla sensibilità politica di ognuno di noi.


Fanno Parte di questa Alleanza Beni Comuni
Associazioni ,
GAS (gruppi di acquisto solidale)
Comitati e Cittadini che vogliono tutelare il territorio dall'uso di sostanze che compromettono la salute di tutti.