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martedì 12 aprile 2016

Portulaca: l’erbaccia ricca di Omega3

Parliamo della Portulaca oleracea, detta anche Erba grassa o Porcellana comune, molto presente nei giardini e nei campi italiani. Sebbene oggi sia poco considerata sia dal punto di vista alimentare che da quello salutistico, la storia di questa pianta – e i suoi usi – ci fanno risalire molto indietro nel tempo: già nell’antico Egitto veniva usata come medicinale, mentre nel Medioevo è apparsa anche in tavola. Facciamo un salto in un’epoca ben più recente: nella prima metà del Novecento, nel Sud Italia la Portulaca era tra gli ingredienti più usati nella “cucina povera”. Inoltre, era considerata preziosa per le proprietà antiscorbutiche dagli equipaggi delle navi. È molto importante sapere che tutte le parti di questa pianta sono commestibili, sia i fiori sia i semi sia i fusti. Oggi la si ritrova diffusa in tutta la Penisola e anche nelle isole, praticamente a tutte le altitudini. Leggi anche: le piante selvatiche commestibili Proprietà Nella Portulaca c’è una quota molto alta di omega 3, cosa che la rende il vegetale più ricco di questa sostanza. Di conseguenza, è molto utile per ridurre i livelli di colesterolo cattivo, è un infiammatorio naturale, aiuta lo sviluppo cerebrale e il rafforzamento del sistema immunitario, rallenta l’invecchiamento della pelle ed è amico del sistema cardiocircolatorio. Ha ottime quantità di potassio (494 mg su 100 g) e di magnesio ( 68 mg per 100g). Nella Portulaca c’è anche una buona quantità di vitamina C. Pertanto vegani e vegetariani, o semplicemente chi non ama il pesce, può mangiare questa pianta, ricevendo ugualmente la quantità di omega 3 necessaria per la salute del nostro organismo. Come si coltiva la Portulaca? La Portulaca è una pianta rustica alta fino a 30 centimetri che a inizio autunno regala fiori molto colorati e che si può coltivare anche su terrazzi e balconi, non avendo alcuna difficoltà col caldo e con le temperature più alte. Anzi, coltivarla all’aperto permette l’apertura completa dei fiori, che sbocciano al meglio solo in condizioni di elevata luminosità. Nei vivai sono in vendita i semi e potete tranquillamente partire da quelli. Nelle aiuole le piante vanno poste a circa 30 centimetri di distanza l’una dall’altra, per permettere alla vegetazione di svilupparsi al meglio. Richiede un terriccio molto sabbioso, mentre se si sceglie di coltivarla nel terreno questo deve essere ben drenato (e vi si può aggiungere sabbia grossolana). La pianta va irrigata ogni due o tre giorni e concimata una volta a settimana con un concime solubile in acqua. Leggi anche: i consigli per un orto perfetto sui nostri balconi Come utilizzare la Portulaca in cucina: ricette Partiamo da un dato: come detto, tutte le parti della Portulaca sono commestibili. In cucina possiamo utilizzare le foglie e i rami più teneri, questi ultimi usati prevalentemente crudi. Ma come mangiare la Portulaca? In aggiunta alle insalate, nelle zuppe, nelle minestre, estratta assieme ad altra frutta e verdura, facendone una crema spalmabile. È molto saporita anche in un semplicissimo piatto di pasta ripiena con panna vegetale, dove la Portulaca diventa quasi l’ingrediente fondamentale: va tritata e aggiunta alla panna, prima di versare la pasta. Si può usare anche in una frittata, mentre per i vegani il consiglio è quello di aggiungere la Portulaca a pomodori, una pannocchia sgranata, olive taggiasche e nocciole per una squisita insalata. La si può friggere in pastella o consumare cotta, come contorna, condita solo con olio e limone. E, a proposito di insalate, in Calabria è tipico mangiarla insieme a sedano e aceto. In altre zone dell’Italia, inoltre, le foglie e i rametti più teneri vengono conservati sottoaceto o in salamoia, per poi essere impiegati a proprio piacimento per antipasti e contorni. In Francia, invece, è molto diffuso il suo utilizzo nelle salse o per preparare burri aromatici. I semi della Portulaca possono essere macinati e aggiunti a pane e pappe per renderli ancor più saporiti.
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