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lunedì 25 novembre 2013

l'istituzione di consulte che devono essere interpellate prima che si deliberi in comune sui beni comuni,

REPORT ALLEANZA DEI BENI COMUNI PISTOIA
Dopo una breve mia introduzione con l'esposizione del progetto di aggregazione in difesa dei beni comuni Carlo Dami mette al corrente l'assemblea della convocazione per il 18/12 in commissione consigliare per l'avvio dell'iter per la raccolta firme sulla proposta di delibera di iniziativa popolare per l'istituzione di consulte che devono essere interpellate prima che si deliberi in comune sui beni comuni, Il progetto della delibera popolare è stato accolto anche dai nuovi comitati presenti che si sono uniti a noi per questo percorso di alleanza.
Daniele Manetti ha illustrato il progetto per la banca dati delle analisi dell'aria terra e acqua , al quale sta lavorando da tempo e appena sono pronti chiede di far conoscere a tutti la situazione del territorio mettendo il tutto sul sito in modo che ognuno di noi può controllare la situazione.
Paolo Baldazzi del Gas Colle sta completando una petizione da consegnare a tutti i sindaci con più firme possibile contro i pesticidi che stanno avvelenando anzi hanno già avvelenato la nostra piana, appena pronta la metto in lista per le modifiche o arricchimenti che ognuno di noi può fare per poi con quella condivisa da tutti procdere per la raccolta firme e la consegna.
Andrea Seghi rappresentante trasporti pubblici ci ha aggiornato sulla situazione a Pistoia nella privatizzazione di questi servizi che violano il referendum 2011 la questione è in evoluzione quindi da tenere sotto controllo (vi terremo aggiornati sugli sviluppi).
Ha parlato la rappresentante del comitato ex area Pallavicini e quella del
comitato S. Rocco entrambe favorevoli ad un percorso insieme Abitantiapiedelibero ha evidenziato la necessità di cambiare noi prima delle istituzioni in modo da non delegare più nessuno per questi percorsi che se lasciati in mano ai partiti finiamo davvero per distruggere e beni comuni.
Valerio Maraviglia di SLEBEST ha evidenziato la necessità di avere un luogo dove riunirci autofinanziarci e fare informazione i luoghi sono molti c'è da condividere quello che ci sembra più adatto e decidere la forma di richiesta al comune o occupazione naturalmente gli spazi sono lasciati vuoti e sono di proprietà pubblica.
Alessio Biagiotti del M5S ha già pronto il portale che sarà attivato da un rappresentante per comitato e ass, o collettivo ecc.. strumento che ci permetterà di farci conoscere e di tenere soprattutto tutti noi informati Alessio ci illustrerà come funziona il tutto DOMENICA 08 Dicembre alle ore 15 alla sede COBAS in viale Petrocchi 152
ogni comitato sarà presente con un rappresentante per il comitato dell'ACQUA c'è Luciano Michelacci.
Ci siamo lasciati con l'intento di rivederci dopo il 18 dicembre per il report della commissione e l'avvio della raccolta delle firme per la delibera comunale naturalmernte lanceremo la campagna raccolta con una conferenza stampa tutti insieme.
Questa è la bozza di report che metto in lista per le modifiche che posso aver omesso involontariamente quindi potete modificare e aggiungere quello che posso aver dimenticato .


si ringrazia valentina per il aver partecipato a nome di noi tutti!!! 

giovedì 21 novembre 2013

EXPO 2015: "Nutriamo il mondo"... con cheeseburger e Coca Cola

La mission dell'Expo 2015, ormai lo sapete, è "Nutriamo il mondo". Indubbiamente una bella operazione di greenwashing per verniciare di verde e ambientalismo la solita operazione cementista; a pensar male, poi, ci si legge anche una dichiarazione di intenti: nutriamo un mondo intero di amici, lobby, finanziatori e costruttori. Insomma, traduzione del motto: "Un gran magna magna".

Talmente è ipocrita questa finta mission dell'Expo, che non ci si premura di mantenere quel minimo di messa in scena neppure quando si tratta di reperire qualche sponsor. Se il tema è l'alimentazione sostenibile (che risate), il diritto ad un'alimentazione sana, sicura e sufficiente per tutto il pianeta, la centralizzazione del ruolo del territorio, la genuinità del cibo, dove andreste voi a fare fundraising?

Naturalmente, dalle multinazionali americane. 70 aziende delle più blasonate quando si tratta di cibo industriale e globalizzato, ecco qualche nome: Coca Cola, Starbucks, Mc Donalds e persino, udite udite, la chiacchieratissima Monsanto a cui è affidato il poetico progetto "100 Km blu per l'Expo 2015 di Milano". Che romantico!

Il Governo, nella sua infinita insipienza, probabilmente non sa che la Coca Cola, per esempio, è protagonista in diversi paesi in via di sviluppo del depauperamento delle risorse idriche; di Mc Donalds invece non si possono dimenticare i dipendenti sottopagati e sfruttati, oltre agli animali che forniscono la carne imbottiti di antibiotici e farmaci. E la Monsanto? Specializzata nella produzione di erbicidi, di ormoni di sintesi e di sementi geneticamente modificate, è persino accusata di pressioni nel corso della Conferenza di Kyoto del 1997.
Il Governo non sa, oppure più probabilmente se ne frega, come da prassi.

Il M5S chiede, con un'interrogazione che ha come prima firmataria Loredana Lupo della Commissione Agricoltura, quale sia mai la logica seguita dal commissario unico di Expo e dal Governo. Il ciellino Lupi e il giovane ottomano Orlando come possono parlare di "alimentazione sostenibile" sventolando le bandiere di McDonalds,Coca Cola e Monsanto?

La denuncia di Latouche: “Vogliono delegittimare Grillo e il M5S” L'economista francese racconta come le lobby tendano a far passare messaggi falsi sul Movimento

Beppe Grillo e il Movimento 5 stelle vengono descritti in maniera “vergognosa” all’estero, e le varie lobby che ruotano attorno alle istituzioni europee “vogliono delegittimarli”. Lo ha affermato Serge Latouche, l’economista francese che è il principale ideatore della teoria della “decrescita”, spesso citata dai Cinque Stelle.
“Si cerca di delegittimare Grillo e il Movimento 5 Stelle, lo vedo soprattutto in Francia dove viene descritto in maniera vergognosa. Grillo viene associato al Front National, l’estrema destra di Marine Le Pen, con cui non ha nulla a che fare”, ha detto Latouche a TMNews, a margine di un convegno all’Università Roma 3.
L’economista ha ammesso una certa simpatia verso i pentastellati e il fondatore del movimento, mentre questi ultimi promuovono tesi vicine alla sua. Al convegno era presente un parlamentare dei M5S. “Tutti hanno diritto di fare propria una teoria o parte di essa, e ci sono sicuramente delle convergenze tra la decrescita e quanto sostenuto dal Movimento 5 Stelle”.
E questo è uno dei motivi per i quali il comico genovese viene attaccato all’estero: su impulso, secondo Latouche, delle varie “lobby che dominano l’Ue”. Perché un aspetto chiave della decrescita è quello di contestare alla radice il continuo aumento dei consumi, che è una componente cruciale dell’attuale sistema economico che secondo l’economista viene ritenuto insostenibile.
La drecrescita propone alternative basate su sistemi eco compatibili, frugalità e resistenza alle mode e alle abitudini veicolate con il bombardamento pubblicitario.
Lo stesso Latouche lamenta di essere attaccato e delegittimato dalle lobby e dalle “oligarchie globali”, che in Europa finiscono per decidere le sorti di governi e guide politiche. Appoggiando la decrescita anche Grillo è finito nel mirino di queste oligarchie:á”Le lobby hanno sicuramente un ruolo nel delegittimare Grillo”, ha detto Latouche. “Si afferma che è populista. Ma cosa vuol dire essere populisti? Questa è una accusa che non ha senso”.

Terremoto Abruzzo, i soldi degli Sms imboscati dalle banche

I circa cinque milioni di euro donati dagli italiani per "dare una mano" alla ricostruzione dei luoghi colpiti dal sisma del 2009, sono fermi nei forzieri degli istituti di credito. La Etimos, accusata nei giorni scorsi su alcuni blog di aver gestito direttamente il patrimonio, ci ha sì guadagnato e spiega come li ha spesi

Terremoto Abruzzo, i soldi degli Sms imboscati dalle banche
Gira e rigira sono finiti alle banche i 5 milioni di euro arrivati via sms dopo il terremoto dell’Aquila sotto forma di donazione. E la loro gestione è stata quella prevista da qualsiasi rapporto bancario: non è bastata la condizione di “terremotato” per ricevere un prestito con cui rimettere in piedi casa o riprendere un’attività commerciale distrutta dal sisma. Per ottenerlo occorreva – occorre ancora oggi – soddisfare anche criteri di “solvibilità”, come ogni prestito. Criteri che, se giudicati abbastanza solidi, hanno consentito l’accesso al credito, da restituire con annessi interessi. I presunti insolvibili sono rimasti solo terremotati. Anche se quei soldi erano stati donati a loro. Il metodo Bertolasocomprendeva anche questo. È accaduto in Abruzzo, appunto, all’indomani del sisma del 2009. Mentre Silvio Berlusconi prometteva casette e “new town”, l’ex numero uno della Protezione civile aveva già deciso che i soldi arrivati attraverso i messaggini dal cellulare non sarebbero stati destinati a chi aveva subito danni, ma a un consorzio finanziario di Padova, l’Etimos, che avrebbe poi usato i fondi per garantire le banche qualora i terremotati avessero chiesto piccoli prestiti. E così è stato. Le donazioni sono confluite in un fondo di garanzia bloccato per 9 anni. Un fondo che dalla Protezione civile, due mesi fa, è stato trasferito alla ragioneria dello Stato. La quale, a sua volta, lo girerà alla Regione Abruzzo. E di quei 5 milioni i terremotati non hanno visto neanche uno spicciolo. Qualcuno ha ottenuto prestiti grazie a quel fondo utilizzato come garanzia, ma ha pagato fior di interessi e continuerà a pagarne. Altri il credito se lo sono visto rifiutare.
L’emergenza
Bertolaso
, allora, aveva pieni poteri. Come capo della Protezione civile, come sottosegretario alla presidenza del Consiglio, ma soprattutto nella veste di uomo di fiducia del premier Silvio Berlusconi. I primi soldi che Bertolaso si trovò a gestire furono proprio i quasi 5 milioni donati dagli italiani con un semplice messaggio del cellulare. Ma lui, “moderno” nella sua concezione di Protezione civile, decise che i milioni arrivati da tutta la penisola sarebbero stati destinati al post emergenza e alle banche, non all’emergenza. Questo aspetto non venne specificato al momento della raccolta, ma Bertolaso avevailpoteredidecidere a prescindere. Spedì poi un suo emissario alla Etimos di Padova, consorzio finanziario specializzato nel microcredito, che raccoglie al suo interno, attraverso una fondazione, molti soggetti di tutti i colori, da Caritas a Unipol.
I numeriQuello che è successo in questi 3 anni è molto trasparente, al contrario della richiesta di donazione via sms che non precisò a nessuno dove sarebbero finiti i soldi. Nemmeno a un ente, la Regione Abruzzo che, paradossalmente, domani potrebbe usare quei soldi per elicotteri o auto blu. La Etimos, accusata nei giorni scorsi su alcuni blog di aver gestito direttamente il patrimonio, ci ha sì guadagnato, ma non fatica ad ammettere come sono stati usati i soldi: dei 5 milioni di fondi pubblici messi a disposizione del progetto dal dipartimento della Protezione civile, 470 mila euro sono stati destinati alle spese di start-up e di gestione del progetto, per un periodo di almeno 9 anni; 4 milioni e 530 mila euro invece la cifra utilizzata come fondo patrimoniale e progressivamente impiegata a garanzia dell’erogazione dei finanziamenti da parte degli istituti di credito aderenti. Intanto sono state 606 le domande di credito ricevute (206 famiglie, 385 imprese, 15 cooperative). Di queste 246 sono state respinte (85 famiglie, 158 imprese, 3 cooperative) mentre 251 sono i crediti erogati da gennaio 2011 a oggi per un totale di 5.126.500 euro (famiglie 89/551mila euro, imprese 153/4 milioni 233mila e 500 euro, cooperative 9/342mila euro). Infine 99 domande sono in valutazione (68 famiglie, 28 imprese, 3 coop).
Gli aiuti e le bancheAl termine dell’operazione quello che è successo è semplice: i soldi che le persone hanno donato sono serviti a poco o a niente. Non sono stati un aiuto per l’emergenza, ma – per decisione diBertolaso – la fase cosiddetta della post emergenza. Che vuol dire aiuti sì, ma pagati a caro prezzo. Le persone si sono rivolte alle banche (consigliate da Etimos, ovviamente) e qui hanno contrattato il credito. Ma chi con il terremoto è rimasto senza un introito di quei soldi non ha visto un centesimo. Non è stato in grado neppure di prendere il prestito perché giudicato persona a rischio, non in grado di restituire il danaro.
Che fine han fatto gli sms?I terremotati sono stati praticamente esclusi. Se qualcosa hanno avuto lo hanno restituito con un tasso d’interesse inferiore rispetto agli altri, ma pur sempre pagando gli interessi. Chi ha guadagnato sono le banche, sicuramente, e la Regione Abruzzo che, al termine dei 9 anni stabiliti, si troverà nelle casse 5 milioni di euro in più. Vincolati? Questo non lo sappiamo. Ne disporrà come meglio crede, sono soldi che entreranno nel bilancio.
La posizione di EtimosFino a oggi, scoperto il metodo Bertolaso, il consorzio finanziario Etimos si è preso le accuse. Ma il presidente dell’azienda padovana al Fatto Quotidiano spiega che il loro è stato un lavoro pulito e trasparente. “Se qualcuno ha mancato nell’informazione”, dice il presidente Marco Santori, “è stata la Protezione civile che doveva precisare che i soldi erano destinati al post emergenza e non all’aiuto diretto. Noi abbiamo fatto con serietà e il risultato è quello che ci era stato chiesto”.
Da il Fatto Quotidiano del 16 giugno 2012

aglio 10 usi alternativi!


Aglio: 10 usi alternativi

L'aglio è un vero e proprio medicinale naturale, conosciuto fin dall'antichità come rimedio curativo e come un antibiotico utile per la prevenzione delle infezioni, oltre che della tosse e del raffreddore.

L'aglio presenta proprietà antibiotiche e depurative del sangue che possono risultare utili per mantenersi in salute. Inoltre, potrete ricorrere all'aglio per allontanare i parasiti dall'orto, come antizanzare, per la pulizia della casa, e non solo. Ecco alcuni dei principali usi alternativi dell'aglio.
Salute e bellezza

1) Trattamento per l'acne

Se la vostra pelle risulta troppo sensibile per l'applicazione del Tea Tree Oil, provate con l'aglio. Le proprietà dell'aglio risultano infatti molto utili per disinfiammare la pelle in caso di acne. La sera, prima di andare a dormire, strofinate sui punti critici un pezzetto di aglio crudo. Altrimenti, potete tritare l'aglio per raccoglierne il succo e applicarlo sulla pelle con un batuffolo di cotone o una spugnetta per il viso.

2) Lozione per il viso

E' possibile preparare una lozione disinfettante e tonificante per il viso mescolando piccole quantità di succo d'aglio, succo di limone, aceto di mele e fiori di lavanda. Potrete preparare il vostro tonico aggiungendo mezzo bicchiere di aceto di mele poche gocce di succo di limone e di succo d'aglio. Lasciate in infusione per una notte un cucchiaio di fiori di lavanda nell'aceto, per profumarlo. Filtrate e applicate il tonico sul viso con delicatezza, diluendolo eventualmente con un po' d'acqua.

3) Antibiotico naturale

Le proprietà dell'aglio vengono sfruttate per utilizzarlo come un vero e proprio antibiotico naturale fin dai tempi antichi. L'aglio veniva impiegato per disinfettare rapidamente piccoli tagli, passandone uno spicchio sulla ferita. Arricchire di aglio crudo la propria alimentazione può essere d'aiuto, secondo la medicina naturale, per prevenire e contrastare le infezioni batteriche.

LEGGI anche: Antibiotici naturali: 10 cibi ed erbe, veri e propri farmaci

4) Tosse e raffreddore

Per secoli l'aglio è stato considerato come il rimedio naturale più semplice a cui ricorrere in caso di tosse o raffreddore come disturbi tipici della stagione invernale. Provate dunque a preparare un infuso a base di aglio. Tritate uno spicchio d'aglio e lasciatelo riposare per 5 minuti in una tazza d'acqua bollente. Filtratelo, dolcificate a piacere e bevetelo come se si trattasse di una normale tisana, utile per le vie respiratorie e contro la tosse. Un ulteriore consiglio consiste nel mangiare 3 spicchi d'aglio crudo al giorno per prevenire il raffreddore e l'influenza, oltre che per guarire più in fretta.

5) Afrodisiaco

L'aglio è afrodisiaco? Si tratta di una caratteristica attribuita all'aglio fin dai tempi più antichi. Aristotele indicava l'aglio come afrodisiaco. Gli uomini appartenenti alla religione Indù lo evitavano per non essere distolti dalla propria ricerca spirituale. Pare che il Talmud indichi ai mariti proprio l'aglio come alimento adatto prima degli incontri amorosi con la propria moglie. Forse, per via del sapore, l'aglio non è l'ingrediente più adatto per una cenetta romantica. Ma potreste pensare di ricorrere ad estratti naturali a base di aglio per riaccendere la passione, sempre dietro consiglio dell'erborista.
Casa e giardino

6) Antizanzare

L'aglio viene considerato un repellente naturale adatto ad allontanare le zanzare. Non è chiara la regione scientifica per cui le zanzare preferiscano stare alla larga dall'aglio, ma pare proprio che la loro evoluzione le abbia portate ad evitarlo. E' possibile tenere lontane le zanzare disponendo qualche spicchio d'aglio vicino alle finestre o nelle zone della casa o del giardino in cui risultano più presenti.

7) Antipulci

L'aglio può essere utilizzato come antipulci naturale per cani e gatti. Mentre il suo utilizzo per l'alimentazione degli animali domestici è controverso - ricordando che piccole quantità non sono di solito considerate dannose -, per quanto riguarda l'uso esterno è possibile impiegare uno spicchio d'aglio per strofinare il pelo degli animali domestici e allontanare gli insetti e i parassiti indesiderati.

 Cura dell'orto

Se avete deciso di coltivare il vostro orto in modo naturale, mettete al bando ogni prodotto per la sua cura che non lo sia davvero. Per proteggere i vostri ortaggi dai parassiti e dalle malattie delle piante, inserite tra le vostre verdure un bulbo d'aglio qua e là. Il consiglio vale anche per gli alberi da frutto: in questo caso pianterete l'aglio attorno al loro tronco. Per ottenere un rimedio naturale contro i parassiti e le malattie delle piante, preparate un decotto con 5 spicchi d'aglio e 500 millilitri d'acqua. Portate ad ebollizione, lasciate raffreddare, filtrate e spruzzate sulle piante o sul terreno una o due volte alla settimana nelle ore serali.

9) Colla naturale

Se non avete un barattolo di colla a portata di mano, non disperate e provate a controllare che non sia rimasto qualche spicchio d'aglio in frigorifero o in dispensa. Nell'antica Cina, l'aglio veniva utilizzato come una vera propria colla naturale e per riparare il vetro. Se si tratta di incollare della carta, provate a strofinare sui vostri fogli del succo estratto dagli spicchi d'aglio schiacciati o tritati.

10) Spray disinfettante

Ecco come ottenere in maniera rapida e veloce uno spray disinfettante per la pulizia di tutta la casa. Versate in un contenitore 3 o 4 spicchi d'aglio tritati, insieme a 500 millilitri di aceto. Aggiungete 5 gocce di olio essenziale di limone e agitate il tutto. Spruzzate sulle superfici della casa da disinfettare o utilizzatelo per sciogliere il calcare. Potete lasciare riposare il tutto in un contenitore chiuso almeno per una giornata intera, in modo da poter filtrare il liquido e rimuovere l'aglio.

Marta Albè

http://www.greenme.it/mangiare/altri-alimenti/11881-aglio-usi-alternativi
 — con Teresita Berrios Morales

boicottiamo!!! nestlé

La Nestlé prosciuga le risorse idriche del Pakistan

La multinazionale svizzera dell'acqua è sotto accusa. «Basta lasciare a secco il Pakistan»: l'associazione SumOfUs lancia una petizione contro la Neslté. 

Massimo Lauria - L'acqua potabile in Pakistan è un bene comune, ma solo per chi se lo può permettere. L'oro blu, infatti, viene imbottigliato e rivenduto a prezzi altissimi, mentre il 44 per cento della popolazione è escluso dall'approvvigionamento idrico. Da decenni i pozzi di estrazione locali sono affidati alle multinazionali dell'acqua - come la Nestlé -, che sottraggono il prezioso liquido ai cittadini. L'associazione internazionale SumOfUs ha lanciato una petizione per fermare lo scempio targato Nestlé, che sta prosciugando le risorse idriche del paese islamico.

«Nestlé si sta muovendo in Pakistan e sta succhiando il rifornimento idrico locale, rendendo inabitabili intere aree al fine di vendere l'acqua arricchita di sali minerali ai cittadini più ricchi come status symbol - scrive SumOfUs -, mentre i poveri guardano i pozzi seccarsi e i loro bambini si ammalano». Accuse durissime, respinte però dalla Svizzera - dove ha sede la Nestlé International - e dalla Francia - sede di Nestlé Waters -. Nel mirino anche il governo centrale, incapace di operare politiche efficienti per garantire accesso all'acqua per i pakistani.

Dietro il marchio Pure Life - l'acqua in bottiglia che Nestlé vende in tutto il mondo - c'è una storia di sfruttamento e violazione dei diritti umani che dura dal 1998. Quell'anno, infatti, sono cominciate le operazioni di drenaggio dei pozzi della Nestlé in Pakistan. Secondo uno studio del procuratore legale e consulente dei Diritti umani e Sviluppo, Nils Rosemann, nelle aree rurali del paese la «carenza di acqua potabile e sicura» riguarda circa il 90 per cento della popolazione.

«Come misura del problema basti pensare che la stima di bambini che muoiono ogni anno in Pakistan, a causa di diarrea sono 200.000», denuncia ancora Rosemann nel suo studio. L'azione della Nestlé, dicono le associazioni per i diritti umani, si concentra in particolare nel villaggio di Bathi Dilwan, dove le vittime sono per lo più anziani e bambini, che si ammalano per i fanghi maleodoranti causati dalle operazioni di estrazione.

«In nome del profitto, la Nestlé sta contribuendo al depauperamento delle risorse idriche, inaridendo le locali fonti d'acqua e i pozzi fino a oggi utilizzati per uso domestico e agricolo», scrive ancora Nils Rosemann. E un altro grave effetto dell'operazione Pure Life è che «l'attuale estrazione dell'acqua condotta dalla Nestlé non è sostenibile e utilizza acqua più velocemente di quanto possa essere naturalmente rinnovata», mettendo a grave rischio il diritto all'acqua delle future generazioni».

http://popoff.globalist.it/Detail_News_Display?ID=91058&typeb=0&La-Nestle-prosciuga-le-risorse-idriche-del-Pakistan

Rispetto del referendum, la tariffa sociale non basta

La tariffa sociale non basta.
Ministro Orlando e Governo Letta rispettino davvero i referendum togliendo i profitti dalla bolletta e iniziando processo di ripubblicizzazione

Apprendiamo dalle dichiarazioni del Ministro Orlando e dal comunicato ufficiale diffuso a termine dell'odierno Consiglio dei Ministri che nel Disegno di Legge collegato alla Legge di Stabilità recante disposizioni in materia ambientale ci sarebbe una "prima risposta al messaggio politico venuto dal referendum".

In particolare si fa riferimento alla istituzione della tariffa sociale del servizio idrico integrato che secondo il Governo andrebbe a rendere effettivo l’obiettivo di rafforzare la natura “pubblica” della risorsa acqua e di conseguenza dare attuazione all'esito referendario.

Come Forum dei Movimenti per l'Acqua, promotore del referendum del 2011, contestiamo nettamente questa lettura, non perché la tariffa sociale non sia una questione di assoluta rilevanza soprattutto in un periodo di grave crisi economica e occupazionale, ma perché la copertura di questa tariffa sociale viene individuata in una nuova apposita componente tariffaria in capo ai cittadini e che quindi graverà ulteriormente sulle bollette.
Infatti il referendum si poneva l'obiettivo, tra l'altro raggiungendolo in pieno, di eliminare i profitti dall'acqua e quindi garantire una ridistribuzione degli oneri sulle tariffe dai gestori ai cittadini e non tra i cittadini stessi, come invece deriva dal provvedimento adottato quest'oggi dal Governo.

Inoltre ci teniamo a ricordare al Ministro Orlando e al Governo che la piena e reale attuazione dell'esito referendario è la definitiva eliminazione della quota di remunerazione dalla tariffa del servizio idrico, la quale a fine 2012 è stata fatta rientrare dalla finestra dall'Autorità per l'Energia Elettrica e il Gas sotto la voce del "costo della risorsa finanziaria", oltre al raggiungimento di una vera gestione pubblica e partecipativa dell'acqua in Italia.

Per queste ragioni non possiamo trovarci d'accordo con il Ministro e con il Governo, al contrario continueremo la mobilitazione a tutti i livelli fino a quando non sarà pienamente rispettata la volontà popolare.
Roma, 15 novembre 2013

acqua bene comune!!!

http://www.acquabenecomune.org/raccoltafirme/
https://www.facebook.com/pages/GASpita/446868388713514

giovedì 7 novembre 2013

citazione!

"Il mondo non verrà distrutto da coloro che fanno del male ma da coloro che stanno guardando senza fare niente. Non possiamo rimanere indifferenti al male.
Chi lo fà è il colpevole di tutto ciò.
Occorre sempre ribellarsi alle cose sbagliate.
Io ho deciso di farlo e lo farò per tutta la mia vita." {Albert Einstein}
 

martedì 5 novembre 2013

la zucca


POLPETTE DI MIGLIO E VERDURE MISTE

(- Difficoltà = Facile -)
Ingredienti per 6 persone.
Ingredienti per le POLPETTE DI MIGLIO E VERDURE MISTE:
gr. 100  di miglio;
gr. 100  verdure miste avanzate;
4 cucchiai di farina di frumento tipo 2;
1 cipolla;
prezzemolo tritato;
sale;
pepe.
Preparazione delle POLPETTE DI MIGLIO E VERDURE MISTE:
Lavare il miglio sotto abbondante acqua corrente, e farlo tostare per qualche minuto in una pentola con un po’ d’olio.
Intanto, scaldare 2 tazze d’acqua con del dado vegetale.
Aggiungere l’acqua al miglio, portare a ebollizione, e far cuocere a pentola coperta e a fuoco bassissimo per 15 minuti.
Spegnere e lasciar riposare 5 minuti (senza mescolare).
Nel frattempo, far tostare la cipolla affettata con un po’ di acqua.
Aggiungere le verdure tritate, e un po’ di sale.
Far cuocere per 15 minuti circa. Mescolare miglio e verdure, unire il prezzemolo e farina quanto basta per ottenere un impasto consistente.
Formare delle polpette un pò schiacciate (circa 1 cucchiaio di impasto per polpetta), passarle nel pangrattato e porle in una pirofila precedentemente unta d’olio d’oliva.
Infornare, in forno ben caldo, per circa 30 minuti. Dopo 15 minuti, girare le polpette, in modo che dorino da entrambi i lati.
Servire calde con un contorno di insalata verde. Si presta bene come piatto unico.

Biscottini all’olio con curcuma, cipolla rossa e pepe

I biscottini salati sono una vera passione, il problema poi è che uno tira l’altro… E a forza di tirare finiscono ma lasciano la pancia “piena” e felice :)
Quando ho voglia di rilassarmi prendo la farina, aggiungo l’olio extra vergine d’oliva (non manca mai nelle mie ricette :) ) , qualche altro ingrediente ed impasto… Nel mentre impasto penso a cosa realizzare e preparare e strada facendo nasce qualche altra nuova ricetta…
E’ il caso di questi biscottini preparati in una giornata fredda e autunnale che sono luminosi grazie alla curcuma, sfiziosi grazie alla cipolla rossa e “frizzanti” grazie al tocco di pepe che regala quel sapore un po’ più sprint a tutto.
Inutile dire che sono già spariti tutti questi biscotti alla curcuma, cipolla rossa e pepe ma li condivido anche con voi amici della rete perché sono deliziosi per un aperitivo o per una merenda salata stuzzicante da soli seduti comodamente in poltrona a leggere un buon libro!
Il nostro amore per la cipolla ormai lo conoscete tutti e quindi che altro aggiungere se non… Provateli e gustateli, sono la fine del mondo, sono friabili e croccanti al punto giusto e sono anche senza lievito.
Una tentazione alla quale diventa difficile poter e dover resistere :D



Biscottini all’olio con curcuma, cipolla rossa e pepe

By Camiria28/10/2013
Biscottini all’olio con curcuma, cipolla rossa e pepe

Ingredients:

Instructions:

biscotto2
  • In una ciotola versare la farina setacciata.
  • Aggiungere il pepe, il sale affumicato macinato al momento, il cucchiaino di curcuma, un pizzicotto di aglio in polvere e i tre cucchiai di olio.
  • Sfregare con le mani la farina al fine di farle assorbire l'olio, otterrete così un composto sabbioso e profumato.
  • Aggiungere la cipolla tagliata a cubettini e mescolare per far assorbire l'acqua di vegetazione alla farina.
  • A questo punto aggiungere anche l'acqua, tanta quanto basta a raccogliere tutta la farina.
  • Impastare per bene su di una spianatoia infarinata per rendere il panetto sodo e liscio.
  • Stendere l'impasto con il matterello lasciando uno spessore di mezzo centimetro.
  • Ricavare con una tagliabiscotti a vostra scelta i biscottini e adagiarli sulla teglia del forno coperta con carta forno.
  • Informare i biscotti in forno caldo a 200° per 20 minuti circa, girandoli a metà cottura per farli dorare su ambo i lati.
  • Sfornare lasciar intiepidire o freddare e servire.
cipolla-cookies
Con questa ricetta partecipo al contest "Con un filo di olio"

Tortino di ceci con patate e broccolo

Una leggera tregua dalla ricette con la zucca :) per passare ad un’altra ricetta con altre verdure di stagione: i broccoli e le amate patate!
Mi piace confezionare torte salate, plumcake salati, focacce, lievitati e quant’altro ci sia di sfizioso e di “salato” da portare in tavola.
Questo tortino a base di sola ed unica farina di ceci nasce dalla voglia di variare con la classica farinata e di provare un altro formato per vedere quale fosse l’esito finale.
Il tortino lievita perfettamente, si gonfia e rimane soffice mentre l’interno risulterà morbido grazie alle verdure che una volta cotte risulteranno talmente cremose che si scioglieranno in bocca.
Si può mangiare a morsi per una merenda salata sul divano, si può mangiare con la forchetta se si siede al tavolo con altre persone oppure spizzicandolo e “rompendolo” con le mani per portare alla bocca piccoli bocconcini :D
Se non amate la farina di ceci vi basterà sapere che questo tortino non avrà per nulla il sapore cecioso… Anzi… E’ delizioso e sfiziosissimo ;)

Tortino di ceci con patate e broccolo

By Camiria24/10/2013
Tortino di ceci con patate e broccolo

Ingredients:

Instructions:

  • In una ciotola versare la farina di ceci con un pizzicotto di sale, il lievito alimentare in scaglie, una macinata di pepe e i cucchiai di olio evo.
  • Mescolare e aggiungere acqua a filo fino a creare una pastella densa e fluida e senza grumi.
  • Lasciar riposare la pastella per almeno un'oretta (questo passaggio rende la farina di ceci più digeribile ma se andate di fretta potrete evitarlo).
  • Trascorso il tempo di riposo aggiungere alla pastella le patate ed il broccolo, entrambi tagliati a dadini.
  • L'aglio e la cipolla tagliati anch'essi a dadini piccoli.
  • Aggiungere per ultimo il bicarbonato e mescolare con cura, se la pastella risultasse troppo densa una volta incorporate le verdure, aggiungere poca acqua per rendere il tutto più fluido.
  • Ungere una teglia tonda da 20 cm con olio evo e versare la pastella di ceci e verdure.
  • Infornare il tortino di ceci per i primi 30 minuti a 200° e per gli ultimi 15 minuti a 180° (fate sempre la prova stecchino).
  • Sfornare, lasciar intiepidire, togliere dalla teglia e servire freddo tagliato a fette.
ceci
Con questa ricetta partecipo al contest di "Biscotto Volante"