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lunedì 29 giugno 2015

gaspita: firmate e diffondete é importante

gaspita: firmate e diffondete é importante: DECRETO-LEGGE SU ENTI TERRITORIALI: PERSONALE DI POLIZIA PROVINCIALE SOTTRATTO AI COMPITI DI VIGILANZA FAUNISTICA E AMBIENTALE E RELEGATO A...

firmate e diffondete é importante

DECRETO-LEGGE SU ENTI TERRITORIALI: PERSONALE DI POLIZIA PROVINCIALE SOTTRATTO AI COMPITI DI VIGILANZA FAUNISTICA E AMBIENTALE
E RELEGATO AI DIVIETI DI SOSTA?
Le associazioni ambientaliste: “Scelta infausta, meglio la regionalizzazione. Correggere subito il decreto-legge che fa transitare le polizie provinciali nei ruoli delle polizie municipali
per evitare ulteriori danni all'ambiente". La riforma territoriale desta gravi preoccupazioni anche per oasi, riserve naturali e cura della fauna selvatica.
"La scelta del Governo di azzerare le funzioni di tutela ambientale delle polizie provinciali, mentre ancora non è chiaro il destino del Corpo Forestale dello Stato, per destinarne il personale preposto a compiti di polizia municipale provocherebbe un crollo verticale della vigilanza e dei controlli e dunque un danno all'ambiente di grandi proporzioni, proprio quando la recente introduzione degli ecoreati comporterebbe un rafforzamento delle azioni di contrasto agli illeciti ambientali".
Lo dichiarano 15 tra le maggiori associazioni ambientaliste riconosciute (Accademia Kronos, Ambiente e Lavoro, AIIG, CAI, CTS, Federazione Pro Natura, FIAB, Greenpeace Italia, LAC, Legambiente, LIPU, Marevivo, Sigea, Touring Club Italiano, WWF) a proposito del Decreto legge 78/2015 "Misure urgenti in materia di enti territoriali", pubblicato il 19 giugno e trasmesso al Senato per l'iter di conversione in legge, che, tra le altre cose, azzererebbe lo storico ruolo delle polizie provinciali su cui chiedono un ripensamento del Governo, o comunque un intervento del Parlamento nella fase di conversione in legge del provvedimento, che scelga la via della regionalizzazione.
"Ben prima dell'emanazione del decreto 78/2015, le nostre associazioni avevano consegnato al Sottosegretario degli Affari regionali GianclaudioBressa una dettagliata nota con cui si illustravano con chiarezza i problemi e si indicavano le soluzioni atte a di garantire la prosecuzione dei servizi, anche attraverso opportune forme di regionalizzazione. La scelta del Governo, dettata apparentemente da mere ragioni di tagli lineari, è stata invece di segno opposto e sta conducendo a quello che può davvero rivelarsi un errore gravissimo per la tutela ambientale in Italia.
"La mobilità indotta, verso i comuni con piccoli vuoti di organico, svilirebbe i ben diversi compiti di 2.700 ufficiali e agenti provinciali e farebbe disperdere competenze acquisite negli anni, in materie molto delicate quali lo smaltimento dei rifiuti, la difesa del suolo, la tutela della qualità dell’aria, l'inquinamento acustico e delle acque, la vigilanza su caccia e pesca, il contrasto al bracconaggio e la tutela della fauna selvatica.
Si tratta evidentemente di funzioni essenziali e fortemente specializzate, che non troverebbero alcuna sostituzione e dunque resterebbero scoperte, con rischi ambientali davvero incalcolabili e persino risvolti di infrazione al diritto ambientale europeo, vista la sostanziale impossibilità di realizzare una soddisfacente vigilanza sulla corretta applicazione delle norme ambientali comunitarie.
Quella delle polizie provinciali non è tuttavia l'unica preoccupazione che la riorganizzazione territoriale partita con la legge Delrio sta suscitando. Oasi di protezione, Riserve naturali, Centri per il recupero della fauna selvatica, su cui vigeva la competenza provinciale, si trovano oggi in gran parte d'Italia in seria difficoltà, in termini di deficit gestionale, assenza di finanziamenti e mancanza di rifermenti tecnico-istituzionali. Una situazione davvero grave, che il Governo e le amministrazioni locali non possono più ignorare e che deve trovare subito, già dalla conversione del decreto 78, una soluzione adeguata".
Dunque il Governo corregga questo madornale errore o lo faccia il Parlamento, con i giusti emendamenti all'articolo 5 che restituiscano le preziose funzioni alle polizie provinciali assegnandole alle regioni o alle rispettive agenzie di protezione ambientale.



Contro l’abolizione della Polizia Provinciale la petizione promossa dall’AIPA
Chi garantirà i controlli contro bracconaggio, pescatori di frodo e crimini ambientali?
di redazione | 17 gennaio 2015
gheppio polizia provincialeGEAPRESS – Come simbolo della PETIZIONE hanno scelto l’immagine di un Gheppio, uccello rapace protetto dalla legge, ormai privo di vita che è stato rinvenuto nel corso di un intervento della Polizia Provinciale. Si tratta dell’AIPA (Associazione Italiana Polizia Ambientale) che ricorda i compiti specifici affidati alla Polizia Provinciale, la quale, però, rischia un futuro quanto meno incerto nel progetto di riforma voluto dal Governo.

Nel testo della PETIZIONE è infatti possibile leggere come, “con la riforma delle Province, la cosiddetta Legge Del Rio, le Polizie Provinciali, costituite da circa 2800 operatori, impegnati quotidianamente nella tutela dell’ambiente, garantendo protezione a fauna, flora e lottando contro le ecomafie, rischiano di scomparire, lasciando un vuoto nei controlli su caccia, pesca e inquinamento, a favore di bracconieri, pescatori di frodo e criminali ambientali“.

Il progetto prevede in realtà delle nuove realtà locali  che però, ad avviso dell’AIPA, non sarebbero in grado di sostenere l’attività di quelli che vengono definiti corpi specializzati. In altri termini gli operatori rischiano di dover abbandonare il proprio lavoro, per il quale sono stati formati e dotati di strumentazione idonea, ed essere trasferiti in amministrazioni locali con altri compiti.

Dunque la PETIZIONE che l’AIPA chiede di sostenere per favorire la nascita di una nuova Polizia Ambientale a livello nazionale che sappia superare i blocchi localistici e garantire la tutela del patrimonio primario dell’Italia.https://www.change.org/p/matteo-renzi-favorire-la-creazione-di-una-polizia-ambientale-nazionale?recruiter=135427655&utm_campaign=signature_receipt&utm_medium=email&utm_source=share_petition

martedì 23 giugno 2015

DIABETE E TUMORI, SCOPERTO L'ALIMENTO CHE PUO' PROVOCARLI. LO MANGIAMO TUTTI, ANCHE I BAMBINI. FATE GIRARE!!!

I prodotti raffinati causano varie malattie, tra cui il diabete
 
"La farina 00 è il più grande veleno della storia, anche se biologica", così il professor Franco Berrino definiva questo alimento in una puntata di Report del 2009.
E il motivo è che la farina bianca, così come tutti i prodotti raffinati, causa un aumento della glicemia e, di conseguenza, un incremento dell'insulina, portando col tempo ad un maggior accumulo di grassi depositati, e al conseguente indebolimento del nostro organismo, che diventa maggiormente esposto ad ogni tipo di malattie, anche tumori. Berrino ha spiegato che la farina 00, malgrado non abbia alcun gusto, ha avuto successo commerciale perché si conserva per un tempo indeterminato. Quando la farina viene raffinata perde le proprietà nutrienti tipiche del frumento integrale, che è un'ottima fonte di fibre ed è ricco di numerose sostanze, che si trovano nella crusca e nel germe
 
Farina 00: "Il più grande veleno della storia". Perché fa male?
 
Quando mangiamo prodotti raffinati, tra cui il pane bianco, gli zuccheri presenti nel sangue aumentano improvvisamente e in maniera notevole e di conseguenza il nostro organismo produce più insulina, che porta all'incremento di grassi depositati e favorisce un rapido aumento di peso e di trigliceridi elevati. Tutto ciò può causare malattie cardiache. Inoltre, col passare del tempo, la produzione di insulina si blocca perché il pancreas è troppo carico di lavoro, provocando stati patologici come l'ipoglicemia e malattie come il diabete.
 
    
 
 
L'unico modo per ovviare al problema è consumare prodotti integrali, ma bisogna stare attenti! Perché spesso il pane integrale venduto nei supermercati è "finto" e lo si può riconoscere perché è più chiaro di quello "vero". Negli scaffali dei supermercati troviamo anche altri finti prodotti integrali come pasta, fette biscottate, crackers e dolci. La maggior parte di questi viene prodotta aggiungendo alla farina 00 della crusca finemente rimacinata, che è un residuo della raffinazione.
E il danno provocato dai "finti prodotti integrali" è doppio, spiega Franco Berrino, perché "provoca l'indice glicemico alto della farina raffinata e l'effetto dannoso della troppa crusca, che è quello di ridurre l'assorbimento del ferro e del calcio".
E in merito alla farina 00 biologica l'epidemiologo ha spiegato: "Così si trova anche il paradosso assurdo del supermercato che ti vende la farina 00 biologica. Ma come si può sciupare un grano biologico per fare una farina 00? Se mangio la farina 00 posso prendere anche quella non biologica, tanto i pesticidi rimangono nella parte integrale, cioè nel germe e nella crusca, e dunque sono eliminati col processo di raffinazione che porta alla 00".
Dunque la cosa ideale da fare, sempre secondo Berrino, è "acquistare grano biologico dai nostri contadini (possibilmente il grano duro, che ha un contenuto più basso di zuccheri) e macinarselo da soli. In casa". Dove si compra il mulino? Su internet si possono trovare dei mulini a pietra di dimensioni ridotte e i costi vanno dai 300 ai 500 euro. Un investimento che in un periodo di crisi può essere gravoso per molte famiglie, ma che sicuramente farà risparmiare sia in salute che in denaro in futuro.