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venerdì 16 gennaio 2015

Daniele e il suo gregge Storia di un pastore 25enne La sveglia è alle 5.30. «Un lavoro come gli altri»

PORTARE avanti la tradizione e
riprendere quello che faceva il
nonno, il tutto nell’era della tecnologia
e degli smartphone. E così,
quella che decine di anni fa era la
normale prosecuzione delle attività
di famiglia, all’inizio del 2015
diventa quasi una novità. È questa
la storia di Daniele Tondini,
pistoiese di Baggio, 25 anni, giovane
allevatore. Dopo il diploma di
geometra, Daniele ha ripreso il
mestiere che fu di nonno Giuseppe,
colui che lo introdusse al lavoro
di pascolo, mungitura e
quant’altro caratterizza la vita del
pastore. Sveglia alle 5.30 del mattino
compresa. Daniele ha un gregge
composto da 170 pecore di razza
massese che fa ruotare per tenere
costante la produzione giornaliera
di ricotta e di pecorino al latte
crudo pistoiese (si tratta di
15-20 forme al giorno da un chilo).
«Io ci campo con questo mestiere
– racconta Daniele –. Di lavori
ne va fatto uno e deve rendere.
Non ci sono giorni liberi ma allevare
è un lavoro come un altro».
Ha le idee chiare, Daniele, e non
si perde d’animo se il lavoro del
pastore è anche fatica. Mungere,
governare le pecore, trasformare
il latte in pecorino, venderlo ai negozi
in tutta Pistoia o direttamente
in azienda. Trascorrono così le
sue giornate, senza dimenticare,
ovviamente, il pascolo degli animali
(tempo permettendo), la loro
rimungitura e la chiusura nella
stalla. Daniele non manca di unire
il passato e il presente: un mestiere
così antico raccontato sui social
network, un passaggio non solo
metaforico dalla stalla al computer.
«Se fosse possibile ingrandirei
la stalla – spiega Daniele –,
ma ci sono diversi vincoli. Vedremo
se sarà possibile». La storia di
Daniele Tondini è singolare ma
sicuramente può servire da scossa
al mondo dei giovani.
«INFORMATIZZATO e motivato,
amante della tradizione e
proiettato al futuro – spiega Paolo
Giorgi, delegato Coldiretti Giovani
Impresa Pistoia e Toscana,
29enne e allevatore a sua volta –.
Daniele incarna le caratteristiche
dei giovani agricoltori. Che sono
tanti: come Coldiretti Pistoia abbiamo
dato supporto ad oltre 100
giovani imprese, grazie anche ai finanziamenti
europei gestiti da Regione
Toscana. Ci stiamo preparando
per supportare i ragazzi per
accedere ai fondi che arriveranno
dal nuovo Piano di sviluppo rurale
». Intanto le pecore del gregge
di Daniele ogni anno brucano e ripuliscono
una ventina di ettari di
terreno montano (4 quelli di proprietà).
«È questa una delle utilità
che produce l’agricoltura – aggiunge
ancora Giorgi –. La ripulitura
sinergica dei boschi infatti
evita il formarsi di sottobosco inestricabile
e facilmente infiammabile
». Daniele Tondini vende il
proprio prodotto a circa 10 euro
al chilo, «un prezzo remunerativo
per una piccola attività – concludono
da Coldiretti –. Ma il pecorino
italiano, grazie al favorevole
tasso di cambio euro/dollaro sta
conoscendo un vero e proprio
boom dell’export, con prezzi
all’ingrosso raddoppiati negli ultimi
tre anni per il pecorino romano.
Benefici anche per la Toscana,
dove complessivamente si allevano
420mila pecore».

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