Mi spiace inoltrare questa ennesima mail terroristica e
approfittare di un fatto di cronaca che non dovrei usare, ma a fronte di recenti
incontri fatti con VIVAISTI, COLDIRETTI, UNIONE AGRICOLTORI, AZIENDE AGRICOLE
DEL MONTALBANO che CONTINUANO A SOSTENERE CHE I PESTICIDI (diserbanti,
fungicidi, insetticidi) NON SONO DANNOSI sono costretta a informare della cruda
verità e a sostenere che la terrorista non sono io, ma coloro che continuano a
VENDERE CON NONCURANZA questi VELENI SPACCIANDOLII PER INNOCUI, anzi, costoro si
macchiano tutti i giorni di crimine contro l’umanità. Voglio anche fare una
domanda: QUANTO PESTICIDA CI SARA’ STATO IN UN CIOCCOLATINO PER AMMAZZARE UN
BAMBINO e perché nessuno se ne accorgesse dal sapore?
Chiedo perdono a questa famiglia.
Pesticida nei dolci,
procura indaga per omicidio bimbo
Coi 2 fratelli ha mangiato
cioccolata lasciata dietro porta casa
16 marzo,
22:49
Non sarà eseguita l'autopsia
su Sebastian Lupescu, 5 anni, il più piccolo dei tre bambini romeni residenti a
Naro, morto due giorni fa nel Policlinico di Messina per avvelenamento da
pesticida. L'8 marzo scorso era stato ricoverato all'ospedale di Canicattì,
assieme a due suoi fratelli, Alexandro, 7 anni, e Inonut, di 10, adesso fuori
pericolo.
Per la Procura di Agrigento,
che coordina le indagini dei carabinieri del comando provinciale della Città dei
Templi, e che ha aperto un'inchiesta per omicidio volontario, l'accertamento
autoptico non è necessario.
Gli esami tossicologici,
infatti, hanno chiarito le cause dell'avvelenamento: un pesticida usato in
agricoltura che è stato messo nei cioccolatini che erano in una busta di
plastica, assieme a una bottiglia di vino e delle arance, lasciata davanti la
casa della famigli romena.
Un nucleo familiare "ben
inserito" nel contesto sociale ed economico di Naro. Ben voluti da vicini di
casa e nel quartiere. Un quadro complessivo che rende difficili le indagini dei
carabinieri. Gli investigatori non escludono che l'obiettivo non fossero i
bambini, ma una "punizione" nei confronti di adulti, ma anche su questo fronte
non c'é certezza tanto che le indagini "sono svolte a 360
gradi".
I genitori del piccolo ai
militari dell'Arma non hanno saputo offrire spunti investigativi particolari:
"siamo lavoratori - hanno ribadito ai carabinieri - non abbiamo nemici perché
non abbiamo fatto del male ad alcuno. Chiediamo soltanto giustizia per i bambini
e per noi".
L'aiuto tempestivo offerto
dai vicini, esclude, secondo gli investigatori, un loro possibile
coinvolgimento; mentre si affaccia l'ipotesi di una vendetta privata - forse nei
confronti del padre - dietro il recapito di quei cioccolatini e di quel vino
avvelenati. Poco dopo il ricovero si era sparsa la voce che l'avvelenamento
fosse stato causato dall'ingestione, magari accidentale, di metanolo, una
sostanza spesso utilizzata dalla comunita' romena e dagli immigrati dell'Est
europeo per produrre alcolici in casa; ma ieri sera e' venuta fuori la verita':
i dolci e il vino contenevano probabilmente un erbicida, facilmente reperibile
nelle numerose aziende agricole della zona.
Cari saluti
Silvia
Franzini
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